03052024Headline:

”Sono molto scettico sull’utilità dell’ordinanza”

Colture intensive dei noccioleti sul Lago di Bolsena, l'intervento del sindaco Bambini

Riceviamo e pubblichiamo da Massimo Bambini, sindaco di San Lorenzo Nuovo

SAN LORENZO NUOVO – In questi giorni sono stato, più volte, chiamato in causa sul fatto di non aver aderito all’iniziativa degli altri sindaci del Lago contro la diffusione delle coltivazioni intensive di noccioleti nel territorio del lago.

Avrei desiderato non intervenire per evitare qualsiasi tipo di imbarazzo con i colleghi sindaci ma purtroppo con il passar del tempo avverto sempre di più la necessità di rassicurare i miei compaesani sul fatto che non sono improvvisamente impazzito ed esprimere il mio punto di vista.

Premetto che il fine ultimo dei Sindaci ovvero la tutela del lago è un fine nobile, giusto ed altamente condivisibile; solo uno squilibrato potrebbe pensarla diversamente; nel caso in questione sono comunque molto scettico sul metodo, sullo strumento che mi è stato proposto: ovvero un divieto di realizzare impianti di noccioleti intensive sul bacino imbrifero del lago imposto con un’ordinanza. Ho sentito parlare di “segnale politico” ma allora forse sarebbe stato più opportuno interessare i vari consigli comunali coinvolgendo tutti, maggioranza ed opposizioni, con un ordine del giorno.

Ad ogni modo ritornando all’ordinanza non me ne vogliano gli altri sindaci ma sono molto scettico sulla sua utilità e sulla sua reale efficacia per due serie di motivi: uno di carattere giuridico, in quanto ritengo che non rientri nelle competenze, nei poteri e nelle responsabilità di un Sindaco l’emanazione di un atto del genere, provvedimento che, secondo me, qualsiasi avvocato con poco sforzo riuscirà a smontare agevolmente imputando al Comune gravi profili di responsabilità, anche patrimoniale, ma soprattutto costringendo tutti a ritornare sui propri passi con il risultato, non proprio edificante, di aver perso solo tempo prezioso.

L’altro riguarda la necessità, altrettanto importante, di non sfavorire, ulteriormente, il mondo agricolo, già in forte crisi, e di non penalizzare il conseguente (seppur minimale) sviluppo economico.

Allora quale è la soluzione giusta? Ritengo che uno strumento ponderato, corretto e comunque necessario, non possa assolutamente prescindere da una regolamentazione di queste coltivazioni ( così come di altre colture presenti sul territorio) che ne disciplini correttamente l’impatto ambientale sul territorio; è necessario un disciplinare che verta sul corretto utilizzo di fitofarmaci, antiparassitari, diserbanti, sullo sfruttamento controllato delle falde acquifere, su meccanismi incentivanti ad una produzione biologica; un atto condiviso e puntuale che coinvolga in maniera seria gli enti scientifici, le associazioni di categoria, gli imprenditori agricoli, le associazioni ambientaliste, gli Enti locali e tutti gli altri soggetti portatori di interessi diffusi.

Una regolamentazione che dovrebbe riguardare l’intero bacino idrogeologico del lago, quindi anche quei territori oltre lo spartiacque dei Monti Volsini le cui acque sotterranee affluiscono nel lago stesso, e non solo il bacino embrifero che racchiude esclusivamente le acque superficiali che si gettano nel Lago di Bolsena; un regolamento che abbia efficacia sui noccioleti già impiantati oltre che su quelli da impiantare. Certo i tempi saranno lunghi ma il risultato sarà comunque definitivo ed efficace.

In questa direzione e con queste modalità sono pronto, fin da subito, a qualsiasi impegno e soluzione; chi è su questa linea troverà in me e nella mia Amministrazione Comunale un sicuro alleato.

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