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”Agricoltura in crescita nella Tuscia, ma c’è ansia per il coronavirus”

Marco Nati della Flai Cgil parla delle preoccupazioni per le ripercussioni economiche e ricorda la campagna per la disoccupazione degli stagionali

Un settore lanciato alla crescita sul quale incombono le incertezze legate all’emergenza sanitaria del coronavirus. L’agricoltura resta uno dei traini dell’economia della Tuscia al quale oggi si guarda con un’attenzione doppia: quella al rispetto della legalità e quella sugli effetti economici del virus.

Lo conferma Marco Nati, della Flai Cgil, impegnato in questi giorni nella campagna sulla disoccupazione in agricoltura. ‘’Nella provincia di Viterbo l’occupazione in agricoltura – dice – è aumentata nel corso degli anni. E’ un dato positivo che ci fa ben sperare e che ha compensato in parte la crisi che c’è stata dal 2008 in poi nei vari settori. Nella Tuscia si contano oggi tra le 9000 e le 10.000 unità stagionali a cui si sommano, in entità più contenuta, i lavoratori a tempo indeterminato. Tra il 2008 e il 2017, inoltre, è triplicata la presenza dei lavoratori stranieri. Nella nostra provincia la presenza principale è data dai rumeni, tunisini, marocchini e indiani’’.

La campagna sulla disoccupazione in agricoltura è l’occasione per il sindacato per avvicinare i lavoratori, in particolare gli stagionali, e parlare loro degli strumenti di tutela che esistono.

”E’ un momento importante per entrare in contatto con le persone – afferma Nati – cerchiamo di contattare il maggior numero di lavoratori agricoli per dare loro tutta l’assistenza possibile”.

Quando si parla di tutela viene in mente anche la battaglia contro il caporalato che vede anche il sindacato in prima linea. ”Ci sono delle zone buie di sfruttamento, non rispetto della paga oraria e degli orari di riposo – prosegue il rappresentante della Flai Cgil – sono numeri contenuti ma è bene che vengano monitorati e segnalati”.

Su questo fronte Viterbo in un certo senso fa è ”all’avanguardia”. E’ tra le poche realtà in Italia dove è attiva la sezione territoriale del lavoro agricolo di qualità. ”Alla direzione c’è l’Inps – spiega Nati – ne fanno parte i sindacati, i datori di lavoro, la prefettura, gli ispettori Inps e del Lavoro. Serve a monitorare la situazione del lavoro agricolo nella nostra provincia”.

Marco Nati auspica la stessa coesione dimostrata per fronteggiare l’illegalità nel comparto agricolo anche per fronteggiare le ricadute del coronavirus. ”Non sappiamo che cosa succederà – dice – e quando durerà questa emergenza. Di certo avrà un impatto negativo anche sull’agricoltura e sul settore alimentare. Basti considerare che le disdette del turismo porteranno meno consumo alimentare. Quale sarà la flessione e come inciderà sull’export e i prezzi è difficile prevederlo, ma si possono chiedere sin da ora delle misure sin da ora delle misure di sostegno al Governo”.

L’ultimo appello è riservato agli stagionali ”affinché – conclude Marco Nati – presentino la domanda per la disoccupazione in agricoltura entro la fine del mese per maturare sia il diritto all’indennità che la copertura dei contributi”.

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