CIVITA CASTELLANA – Una volta essere un candidato sindaco presupponeva il coronamento di un percorso politico durato anni, una passione che poteva diventare realtà, perché la politica prima di tutto è passione, migliorare le situazioni del proprio comune, far in modo che dopo 5 anni i cittadini dicano “molte cose sono migliorate, si sta meglio ora di prima”. Negli ultimi anni sembra che il tempo a Civita Castellana si sia fermato e in pochi siano riusciti a fare delle migliorie per il territorio.
Per le elezioni del 20 e 21 settembre sarà un percorso tutto in salita per la Lega di Civita Castellana che dopo un anno deludente con la Giunta caprioli, propone Matteo Massaini come candidato sindaco per la coalizione Lega-Forza Italia. La cittadinanza di centro-destra, dopo questo fallimento, si aspettava probabilmente un candidato che avesse rafforzato il gruppo politico e una coalizione coesa e determinata a recuperare il tempo perduto. Sulla decisione della sua candidatura, rimangono ancora molte domande, viene da pensare che abbiamo ‘idee molto chiare’ sul loro ruolo in comune nei prossimi 5 anni…
Dopo un solo anno da consigliere e un mese da assessore, il 29enne si presenta con la candidatura a sindaco, ma con difficoltà dovute anche alla disunione del centro-destra che si schiera con un nuovo partito, lasciandosi con la precedente alleata: Lega e FI da una parte, FDI da quell’altra, dove in quest’ultimo, martedì 11 agosto, dovrebbe essere ufficializzata la candidatura di Luca Giampieri, ex consigliere e da anni nella politica locale.
Anche il centro-sinistra rimane diviso, per il il PD si presenta Domenico Cancilla con una esperienza di assessore alla cultura e al turismo nella Giunta Santini, mentre Yuri Cavalieri, ex consigliere e capogruppo di Rifondazione Comunista continua il suo impegno politico senza alleanze e compromessi, proprio come il 5 Stelle di Maurizio Selli che da anni lavora all’opposizione con costanza e serietà. Questi due ultimi candidati potrebbero sfruttare la confusione politica creata negli ultimi 10 anni e trarne dei benefici, magari inaspettati, ma tanto attesi.
Una dura impresa quindi per la Lega che ‘forse spera in un miracolo’, o forse vuole partecipare alle elezioni ‘senza troppe pretese’, immaginando già l’esito finale.