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Il 27.12.1947, nacque la Costituzione italiana, è vecchia ? Da rifare ?

Urgente appare l'aggiornamento della Costituzione

Editoriale

di Andrea Stefano Marini Balestra

75 anni, sono molti, ma se anche pochi per i cicli naturali del pianeta, sono tantissimi per un legge, ancorchè fondamentale di uno stato.

Parliamo nella data del suo compleanno della costituzione dell Repubblica Italiana pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27.12.47, andata in vigore il 1.1.48. I Lavori della Assemblea costituente, insediata all’indomani del 2.6.46 dopo il referendum, presero avvio per la stesura della Carta costituzionale repubblicana. I Costituenti furono personaggi del CLN, cioè coloro che avevano vinto sul fascismo e tra loro confluirono diverse ed anche opposte credenze politiche. Parteciparono ai lavori cattolici, comunisti, moderati, liberali ed anche qualche monarchico pentito.

Furono esclusi i postfascisti benchè questi, sin dalla fine del 1946 fondato un partito che nelle prime elezioni repubblicane raccolse insieme al Partito Monarchico oltre un milione di voti.

Nel melange delle culture politiche e nel crogiuolo di mille discussioni fu varata la Carta Costituzionale che ancora oggi regge l’impianto repubblicano dello stato italiano. Si è detto a sproposito che la Costituzione italiana sia antifascista, quindi da conservare come reliquia, ma chi crede a questo tradisce il senso di una carta costituzionale, cioè di legge sopra le leggi. che non sono di una parte o di un’altra, ma consentono a tutti poter esprimere il loro pensiero come principio cardine di una democrazia.

Ma, di acqua sotto i ponti ne è passata dal dopoguerra ad oggi. La società italiana, ancora nel 1947 appena uscita dall’esperienza fascista e dalle rovine della guerra perduta, era ben diversa da quella attuale.

75 anni per la politica ed il costume dei nostri tempi sono da considerare secoli diversamente in altri tempi della storia.

E’ evidente, e ciò era previsto nella stessa carta costituzionale, che un aggiornamento, cioè un tagliando (si direbbe oggi), è necessario e si impone.

Quando è parso e piaciuto ai vari governi nazionali trascorsi ,le norme costituzionali sono state corrette e modificate, ampliate ed aggiornate nei vari campi previsti nei vari titoli della legge, ma solo alcune, ma altre altre anche emendabili no. Un veto di alcuni è sempre è sempre stato, per es., per la riforma in senso presidenzialista, come altrettanto per il superamento del bicameralismo perfetto, quando ormai da tempo, sia per l’elettorato attivo e passivo, le norme per l’elezione del Senato sono le stesse, quindi, non essendo più il Senato “camera alta” è un doppione della Camera dei Deputati.

Che dire poi delle norme per l’elezione del Capo dello Stato ?

L’astrusità della sua elezione proviene dal semplice fatto che il Presidente della Repubblica viene eletto in seduta comune dalle Camere, quindi dai soli cittadini eletti deputati o senatori con l’aggiunta solo dei delegati delle regioni, ci ha portato a vedere che nelle recenti elezioni la politica si intersechi nella proposta di nomina e come le votazioni siano frutto di intrighi ed inciuci. La presidenza della Repubblica, massimo ente di garanzia democratica e di custodia dei valori costituzionali, e quindi frutto di beghe di partito.

Ora basta !

Gli italiani, ormai oltre 45milioni di elettori, non sopportano più che l’elezione del loro primo cittadino avvenga come la Costtuzione la prevede, ma aspirano ad alla possibilità di un’elezione diretta come del resto avviene nei paesi più avanzati del Mondo. Lasciamo alla Chiesa cattolica di eleggere il proprio capo in un conclave ristretto, la nazione italiana, proprio per la parità giuridica e morale dei suoi cittadini, non sopporta più una votazione che proviene dal “conclave” dei deputati e senatori.

Questo è il primo “tagliando” indispensabile da fare alla Costituzione della Repubblica Italiana, ma non solo.

Nei sette decenni di vigenza della costituzione, si è ampiamente osservato che la stabilità politica del governo è scossa dalle turbolenze parlamentari, quindi s’impone una riforma in senso semipresidenzialista del capo del governo, cosi assicurandogli essere in grado governare scevro da condizionamenti dati dalle contorsioni dei partiti orami adusi cambiare ideologie da un’elezione ad un’altra.

La Costituzione definita da alcuni “la più bella del mondo” non è un libro sacro, non è le “Dodici Tavole di Mosè”, è un’opera umana, varata in tempi ormai remoti non tanto per il calendario, ma per i mutamenti mondiali della società e soprattutto perchè nelle “pieghe” delle norme, sussistono ormai istituti desueti.

Una vera seconda Repubblica si impone !. La Francia ne ha avute sino ad oggi cinque, ma la sua democrazia è salda, viva e vitale,

Perseverare stolidamente in qualcosa è “diabolico”.

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