01052024Headline:

“Egidi chi?” Sperando nelle dimissioni

Sandro Mancinelli, Martina Minchella, Andrea Egidi

Sandro Mancinelli, Martina Minchella, Andrea Egidi

Nessuna piazza osannante. Nessuna bandiera e nessuno striscione. Nessun palco con microfono e altoparlanti e soprattutto – sopra – nessun Beppe Grillo. Ma ieri pomeriggio nella sede del Pd di via Polidori s’è consumanto un vero e proprio Vaffa day per il segretario provinciale del partito Andrea Egidi. Il quale – proprio il giorno prima – aveva nominato la sua segreteria lasciando però aperta una porta (ma sarebbe meglio dire uno spioncino) all’ala renziana del partito (si parlava di un paio di posti). Ala genziana (chiamatela Piazza Democratica o comitati territoriali) che ieri sera su un punto è stata unitissima: “Caro Egidi, grazie no. Perché a noi interessa cambiare il partito, come a livello nazionale sta facendo Matteo Renzi, e non ci interessano né le poltrone, né gli strapuntini. Ci interessa fare le cose. E la tua segreteria, che in questi anni ha brillato solo per immobilismo e che alcuni mesi or sono non è stata in grado neppure di nominare il presidente di Talete, lasciandolo al centrodestra, non è certo in grado di mettere in pratica quel rinnovamento che auspica solo a parole”.

Poco più di due ore di discussione per decretare la definitiva rottura tra il vecchio apparato del partito, “quello che ha vinto le primarie di ottobre grazie alle truppe cammellate” e la base dei simpatizzanti e degli elettori, “che l’8 dicembre scorso hanno asfaltato la vecchia nomenclatura”.

Quindi, nessuna commistione con Egidi e i suoi accoliti. ”Lui continuerà a fare il segretario provinciale del Pd – è stato detto – ma presto avrà una spina nel fianco che lo incalzerà sulle cose da fare, che proporrà tavoli tematici sui problemi di Viterbo e la Tuscia, che dialogherà finalmente coi cittadini (cosa mai avvenuta in questi anni) sui contenuti, proponendo un Pd totalmente diverso da quello che a Viterbo s’è finora visto”.

Fare presto. Questo l’imperativo categorico con cui l’assemblea s’è lasciata. Perché una lacuna è stata da tutti individuata: quella di un’organizzazione che a oggi ancora non esiste e di cui il movimento si deve dotare al più presto. Per accendere il motore e ingranare la marcia.

Intanto ieri sera, leggendo sul tablet le ultime notizie che arrivavano dalla capitale, c’è chi ha ripetuto a più riprese: “Egidi chi?”. Senza però alcuna speranza che il segretario viterbese possa imitare il vice ministro Stefano Fassina.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Egidi chi? Ma uno degli (ormai ex) enfant prodige di Ugo Salvadanaio Sposetti, cribbio!

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