27042024Headline:

Stadio: per ora solo una stretta di mano

I quattro... dell'Ave Maria?

I quattro… dell’Ave Maria?

No, non hanno firmato. E tutti quelli che avevano preparato titoli e osanna debbono rimetterli nel cassetto, comunque pronti a riutilizzarli quando sarà. L’incontro di ieri mattina in Comune tra il sindaco Leonardo Michelini e il patron della Viterbese Piero Camilli è stato “soltanto” un passo avanti. Il comunicato ufficiale di palazzo dei Priori parla di “stretta di mano”, di “accordo di massima sulle spese sostenute dalla società e da rimborsare”, addirittura sull’ipotesi di fare il fondo, puntando al sintetico misto, soluzione tanto di moda, tanto comoda ma pure tanto costosa.
La firma, quella no. Rinviata al prossimo incontro, chissà quando, si spera presto, perché a via della Palazzina hanno un campionato di serie D da programmare. Eppure, qualcuno come il delegato allo sport Insogna (pure presente ieri all’incontro, mentre dall’altra parte c’era il direttore generale della Viterbese Angelo Palmas) “la convenzione è pronta qui nei cassetti del Comune”.
Di certo, i due personaggi principali di questa storia che rischia di diventare telenovela, sono gentiluomini, e di parola. Michelini, seppure vincolato dal ruolo di primo cittadino, e stretto tra una burocrazia che, su argomenti del genere, è più asfissiante di un serpente boa, ha capito perfettamente che la convenzione va firmata il prima possibile, perché la Viterbese si merita una casa tutta sua – seppure in affitto – ed è meglio non abusare troppo della pazienza dei Camilli e anche dei tifosi, molti dei quali elettori. Il Comandante, dal canto suo, aveva sbraitato non poco – e spesso a ragione – sulla mancanza di risposte concrete da parte di palazzo dei Priori. Che ieri abbia accettato di incontrare il sindaco, e di stringergli la mano, può significare soltanto una cosa: si fida delle assicurazioni ricevute, magari d’istinto – come spesso gli accade – magari perché ha visto delle garanzie certe.
Ma è sicura anche una cosa: se la firma non arriverà a stretto giro di posta, Camilli non mancherà di farlo sapere. Magari in una delle sue vulcaniche conferenze stampa. L’augurio, tuttavia, che ieri mattina in quell’ufficio tutto sia stato definito, e che la firma non sia arrivata soltanto per una ragione tecnica. E perché tra due persone così, tutto sommato, neanche serve. Ci penseranno i rispettivi delegati, a impugnare la penna e a mettere fine a questa storia.

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