26042024Headline:

Un coordinamento regionale sull’ arsenico

acqua arsenicoUn coordinamento regionale per risolvere il problema dell’arsenico scegliendo la soluzione migliore per il territorio. Una soluzione che sia definitiva e che coinvolga tutti gli attori in campo. Un coordinamento che, speriamo, la Regione Lazio si faccia promotrice. A lanciare la proposta è stato il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino nel corso dell’incontro “Acqua pubblica, governo e gestione delle acque”.

Tre gli argomenti affrontati: la legge regionale sulla ripubblicizzazione dell’acqua impugnata dal Consiglio dei ministri per presunta incostituzionalità, l’emergenza arsenico e la crisi della Talete. Tre argomenti da cui dipendono il futuro del territorio, la salute dei cittadini e i posti di lavoro di decine e decine di persone che ancora oggi non sanno che fine farà il gestore del servizio idrico integrato in provincia di Viterbo. Un’occasione per fare chiarezza su un territorio che, contrariamente alle altre 9 regioni coinvolte dall’emergenza, non ha ancora risolto il problema dell’arsenico e che oggi si trova a dover gestire un ricorso alla Corte Costituzionale in merito ad una Legge regionale sacrosanta che ha messo nero su bianco la volontà di oltre 27milioni di persone che hanno detto Sì al Referendum del 2011 abrogativo delle norme che prevedevano la privatizzazione di un bene comune come l’acqua.
Quale soluzione per l’arsenico? Tutti gli interventi sono a favore della miscelazione delle acque, come più volte suggerito dai ricercatori delle università – primi fra tutti quelli della Tuscia – ma è necessario, come proposto da Di Berardino, trovare un punto di incontro e mettere in campo una strategia complessiva, un coordinamento che metta la parola fine ad un problema che dura ormai da 15 anni. Sulla questione arsenico non servono più i se e i ma o peggio ancora lo scaricabarile tra un’amministrazione e l’altra. Servono risposte concrete.

Così come per la Talete: quanti debiti ha? Riuscirà a superare la crisi e garantire gli oltre 150 lavoratori che ne fanno parte? Sono a rischio i loro stipendi? Esiste un piano per il suo rilancio o una proposta per la creazione di un nuovo soggetto nel rispetto della Legge regionale appena approvata? Domande per le quali attendiamo risposte.

Certo è, che solleciteremo la Regione Lazio affinchè non si perda altro tempo, sia sulla vicenda Talete sia sul problema dell’arsenico. E’ importante che in questo coordinamento sia coinvolta anche l’università della Tuscia per mettere in campo tutte le conoscenze utili alla risoluzione del problema.

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