26042024Headline:

Cimitero di Grotte: Comune avvisato…

L'assessore Raffaela Saraconi

L’assessore Raffaela Saraconi

Comune avvisato, mezzo salvato. E l’amministrazione di palazzo dei Priori rischia di dover tirar fuori un sacco di saldo per quella che si prefigura sempre più come la storiaccia del cimitero di Grotte S. Stefano. Tanto è vero che se ne sarebbe dovuto discutere nella seduta di ieri, ma poi – saggiamente – non se n’è fatto niente.

Del resto, la notte porta consiglio. Figuriamoci qualche settimana in più (quante? Ah, saperlo). Fatto è che, alla vigilia della probabile (sic!) decisione, a tutti i capigruppo dell’assise municipale è arrivata una letterina della società Silve, quella che s’era aggiudicata il project financing di mariniana memoria per l’ampliamento del cimitero. Una missiva gentile e garbata, nella quale però si dice ai dieci capigruppo e al presidente del consiglio comunale: “Attenti a come votate, giacché la delibera che revoca quel progetto è, a nostro avviso, illegittima  e noi ricorreremo al Tar”. Ma c’è di più. “Evidenziamo infine – dice ancora la nota – che nella relazione dell’ingegner Dello Vicario (dirigente di palazzo dei Priori, ndr) si affronta il tema  dell’indennizzo spettante in ogni caso alla scrivente società per le spese sostenuto, che nel caso di specie sono doppie (predisposizione per la proposta e spese per la presentazione dell’offerta in gara), ma si trascura di chiarire che nell’eventualità la delibera dovesse essere riconosciuta dal Tar come illegittima, l’indennizzo previsto ex lege dovrà essere sostituito da un vero e proprio risarcimento del danno, ammontante a svariate centinaia di migliaia di euro”.  Chiaro come il sole.

La vicenda del cimitero di Grotte Santo Stefano nasce dall’urgenza di un suo ampliamento, giacché – purtroppo – su questa Terra tutti dobbiamo morire. E nella popolosa frazione viterbese sembra ci siano attualmente circa 200 salme in attesa di essere tumulate per avere il meritato ed eterno riposo.

L’idea di realizzarne con un project financing l’ampliamento fu della giunta di Giulio Marini, che prese la decisione con una delibera di consiglio comunale nell’aprile 2013. La ditta che attualmente gestisce i cimiteri viterbesi presentò il progetto (per un costo di 800 mila euro a fronte della concessione venticinquennale di tutti i camposanti viterbesi, per un valore approssimativo di 25 milioni di euro) che fu accettato dal Comune con una delibera di giunta, dichiarandolo di pubblica utilità. Passa il tempo e il dirigente stila il bando di gara, ma nel frattempo ci sono le elezioni e cambia la squadra a palazzo dei Priori. Il dirigente del settore, l’ingegner Dello Vicario, a questo punto scrive più volte al nuovo assessore (Lella Saraconi) chiedendo cosa debba fare, ma per altrettante volte non riceve nessuna risposta. E allora proroga i termini per prendere tempo (una domanda sorge spontanea: ma negli uffici di via Garbini assessore e dirigente si parlano? Discutono dei problemi? Sarebbe interessante saperlo).

Di rinvio in rinvio si arriva a marzo 2014, quando il postino recapita la letteraccia di un cittadino che – secondo sue valutazioni – afferma che quell’appalto è un “grande imbroglio”. Ora, vuoi per la lettera, vuoi perché la giunta Michelini non ritiene più conveniente quel progetto, preferendo agire in autonomia per ottenere un consistente risparmio, in Comune si riflette su una possibile revoca del bando, dopo aver presentato un esposto in procura contro il cittadino autore della letteraccia per turbativa d’asta.

Insomma, dopo un letargo durato mesi e mesi, la sora Lella, alias assessore Raffaela Saraconi, comincia a parlare di revoca. Ma il tempo stringe perché i giorni rimasti sono contati e la gara sta per scadere. Sicché si decide per la revoca, ma poi qualcuno le sussurra all’orecchio che quella procedura è sbagliata.

Fatto è che lo scorso mese di marzo, dopo una serie di riunioni in cui la revoca sembrava cosa fatta, in realtà si preferì rinviare. Ora siamo a luglio. E nel consiglio comunale non s’è fatto nulla. Ma, nel frattempo, la società che s’è aggiudicata il project financing s’è fatta sentire.

E adesso che succederà? Che la pratica finirà in fondo all’ultimo cassetto a sinistra? Ah, saperlo.

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