26042024Headline:

Deproducers, la buona musica che fa cultura

Un momento suggestivo dello show

Un momento suggestivo dello show

Esperimento perfettamente riuscito. Sì, si può far musica e cultura allo stesso tempo. Si possono intrecciare intelligentemente accordi sopraffini e lezioni sulla Via lattea. In modo leggero. Senza pretese estreme e senza annoiare. Semplicemente mettendo una manciata di teste fumanti a disposizione della platea incredula. I Deproducers hanno stupito. Hanno posto un fiocchetto rosso sulla splendida vallata del parco archeologico di Vulci. Incantando quasi mille persone e stravolgendo logiche illogiche attraverso il solo utilizzo di pentagrammi spaziali e assoli lunari. “Planetario”, concerto con conferenza astrofisica annessa, è una creatura straordinariamente affascinante. Da riproporre con forza. Da inserire in qualsiasi programma scolastico. Da mandare in onda ad ore pasti. Da vedere. E questo è quanto.

Il folle progetto nasce dal cervellone con occhiali di Vittorio Cosma. Pianista, polistrumentista visionario già alle dipendenze (tra gli altri) della Premiata Forneria Marconi e degli Elii. Il tipo incontra tale Fabio Peri. Astrofisico, direttore del Planetario di Milano. Insieme partoriscono l’idea di poter calcare palchi lungo tutto lo Stivale proiettando le meraviglie del cosmo e il mistero della sua nascita. Le costellazioni e la loro mitologia. Il rapporto tra l’uomo e l’infinito. Il racconto di un viaggio senza tempo corredato da corde, piatti, effetti e loop.

L'ovazione finale

L’ovazione finale

Sull’astronave sale anche Gianni Maroccolo. Uno tra i bassisti più profondi del panorama alternativo italiano. Fondatore dei Litfiba , quando avevano un senso. Quota fissa dei Csi e patriarca del Consorzio produttori indipendenti. A seguire quel Riccardo Sinigallia capace di rimanere sotto traccia fino al 2013 (nell’altalenante performance sanremese) ma da sempre radicato qua e la come un rabdomante. Chiude, non per ordine di importanza, la figura pesante di Max Casacci. Curriculum stile macigno. Con l’unica anomalia di essere il clone sputato del sindaco viterbese Leo Michelini (li si distingue solo perché il chitarrista vien bene in foto).

La flotta spaziale, atterrata a Vulci ieri l’altro, ha regalato un’ora abbondante di performance e spiegazioni. Di intrecci e di suggestive perplessità. Un buco nero dal quale, per quanti hanno avuto il privilegio di assistere, sarà dura uscirne. E per la prima volta al suono della campanella gli alunni se ne sono tornati a casa dispiaciuti. Manca poco però all’uscita di Botanica, seconda tappa dell’itinerario astrale dell’ensemble. Il countdown è già partito. E la voglia di sapere è pari solo a quella di ascoltare

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