26042024Headline:

Santa Rosa? La festa de noantri

La Macchina di S. Rosa

La Macchina di S. Rosa

La Macchina di Santa Rosa, soprattutto ora che ha avuto la benedizione dell’Unesco, può e deve essere volano per lo sviluppo di Viterbo? La domanda è vecchia come il “cucco”, ma finora riposte serie non sono state mai date. E la festa dei viterbesi è finora rimasta festa dei viterbesi e basta, anche se negli ultimi anni qualcosa si è mosso (ma è ben poca cosa).

Le mini-macchine dei giorni antecedenti il grande evento, il corteo storico, il Trasporto e, per finire, la fiera degli stracci (riportata rigorosamente al 4 settembre), più qualche spettacolo di contorno (quest’anno c’è Enrico Brignano a Pratogiardino). E la festa è finita. Con un appeal che – lo dicono i dati degli anni precedenti – non arriva neppure a Civita Castellana (dove impazziscono solo per il Carnevale).

Certo, i turisti arrivano. Ma in ordine sparso. Ed è un mordi e fuggi (perché l’attrazione vera e propria si ferma alla sera del 3 settembre), provocato tra l’altro dalla rigidità della data in cui si svolge l’evento. Quest’anno, ad esempio, il Trasporto arriva di mercoledì. E in tutto il resto d’Italia il giovedì mattina si lavora. Questo ovviamente non facilita il compito di chi vorrebbe fare un salto a Viterbo per godersi questo spettacolo unico al mondo. E chi lo fa (a prezzo di un certo sacrificio), comunque sia, a Trasporto finito, riprende la sua vettura e se ne torna da dove era venuto. Magari dopo aver gustato un gelato e mangiato una pizza. Un po’ poco per risollevare le sorti economiche di una città da sempre con l’acqua alla gola.

In tutto ciò c’è da notare che Leonardo Michelini, il sindaco che avrebbe dovuto cambiare verso al capoluogo della Tuscia facendolo decollare “oltre le mura”, un po’ ci sta provando. Ma non basta. Perché per il momento siamo ai pannicelli caldi. Come la conferenza stampa romana a via Frattina alla presenza di Zingaretti. Ottima idea. Ma, al di là del fatto che il 90 per cento della stampa era rappresentata da cronisti viterbesi in trasferta (ergo, se si fosse fatta a Viterbo si sarebbe almeno risparmiata un po’ di benzina), resta il punto cruciale che comunque è stato apparecchiato un bel contorno in assenza della “ciccia” vera e propria.

Ma allora, dirà il lettore, cosa bisogna fare? Per prima cosa dare una risposta alla domanda iniziale. Giacché, se Santa Rosa deve rimanere la festa dei viterbesi e basta, va tutto bene com’è ora (compresa la sempre più nauseabonda fiera degli stracci che olezza sul capoluogo per un’intera giornata). Se invece, anche grazie all’Unesco, Rosina deve dare una mano all’economia viterbese, allora c’è da cambiare registro, inventandosi qualcosa che sia veramente innovativo e che abbia l’appeal giusto per stare sul mercato del terzo millennio.

Ad esempio mesi addietro il “filippino” Rossi (sul qualche continuo a pensare che farebbe molto bene ad abbandonare la politica e a dedicarsi a ciò che sa fare veramente bene) lanciò l’idea di una settimana di Santa Rosa, da celebrarsi durante la prima settimana di settembre. Condita con eventi di qualità, accompagnata da pacchetti turistici ad hoc (magari comprendenti visite guidate nelle zone archeologiche viterbesi),  in cui il Trasporto dovrebbe essere l’acme (quindi, da effettuare rigorosamente il sabato sera, spostando magari il corteo storico alla domenica successiva). E’ un’ipotesi, ma se ne possono fare altre. L’importante è che si facciano girare le rotelle dei cervelli per imbastire un abito che oggi non c’è. Anzi, c’è. Ma è pieno di rammendi e, soprattutto, di patacche (anche in senso lato).

A tale proposito, c’è chi in questi giorni si lamenta per l’assenza del Settembre viterbese. Beh? Vista la qualità di ciò che fino all’anno scorso ha proposto, se ne sente davvero la mancanza?

“Carpe diem” sentenziava il poeta latino Orazio nelle sue Odi. Lui, nato ben 2.079 anni or sono, aveva compreso che bisogna cogliere l’attimo, che non c’è tempo da perdere, che chi si ferma è perduto. Ma i viterbesi (classe politica, ma anche classe imprenditoriale) riusciranno mai a capire che Santa Rosa non dovrebbe essere solo la festa de noantri?

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2   Commenti

  1. Massimiliano Forieri ha detto:

    Tutto vero, ma credo sia comunque un errore investire tempo e denaro per promuovere il trasporto. Più di tanta gente comunque sul percorso non ci sta, i vantaggi economici sarebbero relativi. La promozione va fatta della città nel suo complesso, va resa meta turistica tutto l’anno o almeno buona parte.

  2. Arnaldo Sassi ha detto:

    Caro Forieri, parole sante

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