26042024Headline:

Asl, l’unica certezza sono i tagli

I vertici dell'Asl ieri alla conferenza dei servizi

I vertici dell’Asl ieri alla conferenza dei servizi

“Uscire dall’emergenza? ‘Na parola…”. Il sindacalista di lungo corso che, nella sua vita, ne ha viste d’ogni genere nella Asl (di gran lunga la più importante azienda dell’intera provincia) , sogghigna sornione quando sente parlare il commissario straordinario Luigi Macchitella alla Conferenza dei servizi, organizzata appunto per spiegare ai dipendenti e quindi ai cittadini – utenti che cosa si è fatto nell’anno che sta per chiudersi e che cosa si intende fare nel prossimo.

“Il nostro – argomenta Macchitella – deve essere un programma compatibile con le risorse disponibili. Altrimenti è solo un elenco di promesse, belle ma irrealizzabili”. Traduzione: i soldi sono pochi e con quelli bisogna fare i conti. Traduzione ancor più esplicita del sindacalista che si confida ma pretende l’anonimato (“Perché non si può mai sapere…”): “Lo sappiamo tutti che i fondi sono limitati. Il fatto è che il primo risparmio si deve fare all’interno. Da almeno una ventina d’anni, da quando cioè mi occupo direttamente e da vicino della nostra Asl, con qualunque direttore generale nominato da qualunque parte politica, ho visto solo moltiplicarsi i posti da dirigente, da primario, da mini primario. Ho visto creare reparti o uffici o mansioni, solo per accontentare qualcuno. Con quale utilità per le casse pubbliche e soprattutto per i cittadini è assai difficile spiegare. Si pensi a tagliare, innanzitutto”.
Macchitella tira dritto: “Gli obiettivi sono ambiziosi e si basano su due grandi direttrici: realizzare una sanità di prossimità e migliorare la qualità dei nostri ospedali”. In parole povere? “Dobbiamo raggiungere il cittadino – paziente nel suo luogo di vita, evitando che debba spostarsi per andare in ospedale. Penso alle malattie croniche, sempre più diffuse in considerazione dell’aumento dell’età media. Tecnicamente si chiama ‘presa in carica’: una equipe di professionisti segue l’ammalato in tutte le sue esigenze sanitarie e sociali. Ad esempio, programmando i controlli e le analisi necessari, senza che sia l’ammalato a doversene preoccupare”. Lo sguardo di mister X è attonito: “Tutti concetti assolutamente condivisibili, ma l’attuazione pratica? La realtà dice che nel concreto questo si verifica raramente, almeno finora. Se non si crea una rete tra specialisti, medici di famiglia, assistenti socio-sanitari, strutture locali e Comuni, non si va da nessuna parte”.

L'ospedale di Civita Castellana, al centro delle polemiche per un possibile ridimensionamento

L’ospedale di Civita Castellana, al centro delle polemiche per un possibile ridimensionamento

E gli ospedali? “Tre le linee per il 2015: aumentare la produttività, migliorare i servizi, potenziare il day surgery, cioè gli interventi chirurgici che non comportano ricovero – scandisce il commissario straordinario della Asl – . Oltre che ridurre sensibilmente le liste d’attesa”. Il ghigno del sindacalista gola profonda si trasforma in smorfia: “Ne sento parlare da sempre – dice – ma la situazione non è mai migliorata. Queste cose vorrei che si andassero a dire in giro, magari a Civita Castellana o a Montefiascone o ad Acquapendente dove il declino di quegli ospedali è lento ma inesorabile. Quando sento che per esami abbastanza di routine i viterbesi vanno a Terontola, Orvieto, Terni, Perugia o Grosseto, mi sale una rabbia…”. Macchitella non evita il tema: “Il nostro tasso di emigrazione ospedaliera è tra i più alti d’Italia (Viterbo è al posto 103 in Italia secondo l’indagine del Sole -24 Ore, ndr), lo so benissimo. Ed è un fattore che pesa sulle nostre casse e che cerchiamo di combattere con il massimo impegno. Non è una battaglia facile”.

Come non sarà facile attuare i tanti buoni propositi del piano strategico… “Le linee guida – sintetizza il capo della Asl – sono dettate dalla Regione e poi applicate secondo le particolari esigenze dei territori. Intanto ci vuole da parte di tutti un salto culturale”. Nel concreto? “Totale disponibilità degli operatori a collaborare, ad aprirsi, a non creare strutture chiuse: bisogna fare rete, accettando e condividendo il contributo di altri specialisti. La qualità di un reparto di chirurgia non si misura con il numero dei posti letto , ma con il numero degli interventi effettuati. E’ un cammino già cominciato con la rete oncologica, con quella di prevenzione. Ecco, ci vuole un salto culturale”. Mister X scuote la testa: “Già, questa è la maniera soft per giustificare il taglio dei posti letto. E così accade che per una semplice appendicite, ci si debba rivolgere necessariamente a Belcolle: corsa in ambulanza magari da Canino, arrivo a Viterbo dove spesso non c’è posto e alla fine ti ricoverano a otorino o a oculistica… Vi pare un sistema davvero utile e funzionale?”.
Dottor Macchitella i programmi sono tanti ambiziosi, ma saranno realmente realizzabili? “Lo vedremo fra un anno. Io posso solo dire che sono fiducioso”. “Io no – chiude il sindacalista di lungo corso – ma al commissario straordinario faccio gli auguri di cuore. Se il comparto sanità va bene, il beneficio è per tutti i cittadini. Di sicuro gli operatori ci metteranno il massimo impegno,come sempre e spesso in condizioni difficili”.

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1 Commento

  1. pascal91 ha detto:

    macchitella leva glli uffici dalla cittadella della salute dove la asl paga 2 milioni di affitto all’anno e riportali all’ospedale vecchio invece di farlo marcire!! così magari due soldi per non tagliare i servizi li trovi

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