26042024Headline:

Cominciamo dall’acquacotta alla Viterbopost

La prima ricetta di una lunga serie è locale, sana e soprattutto buona

L'acquacotta (manca l'uovo)

L’acquacotta (manca l’uovo)

Benvenuti nella mia cucina. Ah no, scusate, quella era un’altra. Benvenuti nella nuova rubrica di Viterbopost dedicata al cibo. Mangia come parli, è il primo nome che ci é venuto in mente, non si limiterá a parlare di cucina e ricette, ma affronterá anche temi quali food blogger, fotografia del cibo e cibo d’asporto, passando per le diete più in voga del momento, quelle delle celebrities di Hollywood, per intenderci, ma anche dei cosiddetti consigli della nonna. Che poi può essere anche un nonno, poco importa.

Questa rubrica, a differenza di tante altre, non rubacchierà ricette dai più famosi blog di cucina. Non sarò la vostra Benedetta Parodi sui suoi tacchi sbilenchi (pure mia nonna – ciao nonna – saprebbe camminarci meglio), non avrò la mania dei 30 minuti di Jamie Oliver, non farò lo spuntino di mezzanotte come Nigella Lawson e non prenderò le veci di Lorraine Pascale (questa è per veri intenditori). E comunque – per la cronaca – non sarò nemmeno l’Antonell-ina Clerici del “pronti, cuochi e via”, con tanto di salto sul pavimento e scossa di terremoto annessa (due gradi sulla scala Richter).

Ma chi cavolo è questa, vi starete chiedendo? Lo so, vi sento. Sarò la vostra guida nel mondo del food e della cucina. Sarò la vostra Bibbia. Io sto agli imbranati in cucina come Dio sta a Paolo Brosio. Ma state tranquilli, non vi apparirò in sogno o durante il vostro ménage a trois.

Bando alle ciance e veniamo alla prima ricetta di Magna come parli. E siccome siamo Viterbopost non potevamo non iniziare con il piatto viterbese per eccellenza: l’acquacotta. Gli ingredienti di questa antica pietanza venivano cotti direttamente nell’acqua, senza la presenza di alcun grasso cotto o soffritto.

Ingredienti per la vera (se non è così mandateci una mail, o un piccione viaggiatore, con la rettifica) acquacotta.

1 chilo di cicoria di campagna, pane casereccio raffermo, 2-3 rametti di mentuccia fresca, olio di oliva della Tuscia (aiutate l’economia nostrana, suvvia), 4 patate grandi, aglio, 1 peperoncino, sale, 500 gr pomodori piccoli, 2 cipolle.

Procedimento: in una pentola con acqua e sale (attenzione alle visioni di Mina e Celentano) mettere a cuocere le patate sbucciate e tagliate a metà, 4 spicchi d’aglio interi, cipolle a fettine, pomodori spezzettati, mentuccia e peperoncino. Avviso per i maschietti: dopo che avete toccato quest’ultimo ingrediente prima di andare in bagno lavatevi le mani (mano alla viterbese).
Far cuocere a parte la cicoria per qualche minuto, così da togliere sapore amaro. Poi aggiungerla agli altri ingredienti. A cottura ultimata versare il composto sulle fette di pane raffermo predisposte nei piatti fondi. Mettete il pane, il brodo, le patate e cicoria. Aggiungete un uovo a testa già cotto in camicia, molto elegante. Lasciare riposare qualche minuto per far insaporire il pane, poi togliere il brodo in eccesso. A questo punto irrorare la zuppa di olio extravergine di oliva (quello della Tuscia, aridanghete) e aggiungere, a proprio gusto, del pecorino o formaggio fresco a fettine.

Servite a tavola. E strafogatevi.

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