27042024Headline:

Quando gli americani ci copiano (male)

Cucina italiana riveduta e corretta: gli esempi più assurdi

Le fettuccine Alfredo

Le fettuccine Alfredo

È di qualche giorno fa la notizia del lancio di Pronto, la nuova pasta Barilla ”facile da preparare” che si cuoce senza far bollire l’acqua. Penne, fusilli e spaghetti sono stati pensati solo ed esclusivamente per il mercato degli Stati Uniti d’America, dove notoriamente ce stanno a rota (direbbero a Trastevere) con i prodotti preconfezionati. Chi l’ha già provata dice che cucinarla è semplicissimo: basta mettere la pasta nella pentola, versare un po’ di acqua e lasciare cuocere per 10 minuti. Il tutto senza bisogno di aspettare che l’acqua bolla e di scolarla.

Sarà, ma a me sembra che il sor Barilla non si sia inventato niente di nuovo. Do you know ”pasta risottata”? Prendi la pasta, la versi in una padella e la cucini come un risotto. Tuttavia, commentano alcuni blog americani, la pasta preparata con questa tecnica risulta piuttosto scotta. Me cojoni, direbbe la Sora Lella buon’anima, alfiere della commedia italiana e famosa ristoratrice romana. Da noi il fallimento sarebbe assicurato: vi immaginate gli spaghetti cotti in acqua fredda? No, non ci voglio nemmeno pensare, la cottura al dente andrebbe a farsi benedire, ma tanto all’estero non hanno la minima idea di cosa voglia dire.

Spaghetti meatballs

Spaghetti meatballs

Allora, i papponi scotti lasciamoli agli yankee, che sono bravissimi nello stravolgere o reinterpretare i piatti tradizionali italiani. Le fettuccine Alfredo ne sono un esempio lampante, sono onnipresenti dei menu delle tavole calde italo-americane ma in Italia non c’è traccia. Immaginate lo sguardo della cameriera che si sente dire: ”Per me un piatto di fettuccine Alfredo”. Ma poi, chi è sto Alfredo? Mi sono documentata per voi, e ho scoperto che questo signore è esistito, non è un personaggio inventato dagli amici a stelle e strisce. Le fettuccine Alfredo sono nate nel 1914 nel ristorante di via della Scrofa, a Roma, di Alfredo di Lelio, chef che vantava un grandissimo successo soprattutto tra i turisti americani. Pare che fosse una ricetta per far tornare l’appetito alla moglie incinta, che si rifiutava di mangiare. La salsa non è altro che una rivisitazione della pasta al burro, ma 30 volte più calorica e pesante (sarà per questo che piace tanto agli americani). Il buon Alfredo, infatti, condiva la pasta col burro per ben due volte: la prima in padella e la seconda direttamente nel piatto. Per non farsi mancare niente ci metteva anche un chilo di parmigiano. La leggenda narra che in America esiste anche la versione condita tre volte chiamata triple butter fettuccini (la mangi e poi muori). Per la cronaca: il ristorante Alfredo alla Scrofa, aperto nel 1907, sta ancora lì bello carino, in quella deliziosa via di Roma.

Pepperoni pizza

Pepperoni pizza

Stessa situazione per la pineapple pizza, ovvero pizza all’ananas, che sarà pure buona (io ho i miei dubbi)) ma di certo non fa parte della gastronomia del Bel Paese. Un’altra versione della pizza che viene spacciata per made in Italy è la pepperoni pizza, con due ”p”. Qui le verdure non c’entrano niente, per gli americani ”pepperoni” è un salame piccante italiano (cambiate spacciatore), la cui morte ideale è a fette sulla pizza.

Poi c’è il curioso caso della pasta al sugo con le polpette, conosciuta negli States con il nome di ”spaghetti meatballs” e citata in film, libri e cartoni animati (ricordiamo Lilli e il vagabondo della Disney). In Italia esistono diverse versioni regionali di pasta con le polpettine, si cucinano in Abruzzo con carne di agnello e in Campania per arricchire le lasagne (fossero mai troppo leggere, signo’). Ma da qui a farlo diventare il piatto tipico italiano ce ne passa.

E che dire degli ”spaghetti bolgnaise”, che di bolognese non hanno un bel niente? Questa pietanza è frutto della fantasia allucinogena di qualcuno ed è diventato popolarissimo negli Stati Uniti, dove notoriamente fanno un ragù perfetto.

Pineapple pizza

Pineapple pizza

Resta poi da fare luce sull’uso indiscriminato della carne bianca. In un ristorante italo-americano è facile incappare in una misteriosa parmigiana al pollo, dove la carne del pennuto sostituisce la tradizionale melanzana o in una pastasciutta al pollo.

Bene, bene, bene. Dopo aver letto questi strafalcioni della nostra cara e amata cucina vi do un consiglio. Semmai vi ritrovderete a parlare un inglese maccheronico davanti a un americano, e lui vi guarderà con gli occhi allucinati, ricordategli la parmigiana al pollo, la pizza con l’ananas e gli spaghetti bolgnaise. E ditegli che in fondo anche noi abbiamo il diritto di storpiare qualcosa.

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