26042024Headline:

Sanderra a caccia di un’altra leggenda

La presentazione ufficiale del nuovo tecnico: nessun proclama ma tanta grinta

Alessandro Luci con Stefano e Luca Sanderra

Alessandro Luci con Stefano e Luca Sanderra

Io sono leggenda, romanzo capolavoro di Richard Matheson. Lui è leggenda, almeno secondo i tifosi del Latina, che affibbiarono a Stefano Sanderra il soprannome dopo una scalata che condusse i nerazzurri pontini fino alla serie D. Camicia grigia, capelli corti, una faccia che dimostra meno dei 48 anni sulla carte d’identità, frasi chiare, il nuovo allenatore della Viterbese entra puntualissimo in una sala stampa del Rocchi in versione scaldabagno. Con lui, il direttore sportivo Alessandro Luci, concentratissimo in questi giorni di mercato, e un altro Sanderra, quel Luca che oltre ad essere il fratello del tecnico ne è anche il fedele vice da un ventennio. Da quando, cioè, Sanderra ha iniziato a fare questo mestiere.

Benvenuto, mister: “Viterbo per me è un’esperienza diversa, dopo tanti anni trascorsi sulle panchine del sud. Nel Lazio ho guidato Frosinone e Latina, due esperienze positive, l’ultima persino esaltante. Adesso ho accettato questa sfida, perché Viterbo è una piazza importante, e perché l’interesse della famiglia Camilli ha giocato un ruolo decisivo nella mia scelta”.

Ripartire da Viterbo può anche andare bene, ma ripartire dalla serie D, per uno che ha frequentato tanta Lega Pro, e di vertice, non suona come una retrocessione volontaria? Per Sanderra no, e la risposta dice molto del carattere del personaggio: “Fare un passo indietro, sì, ma magari per farne due in avanti in futuro – dice il tecnico romano – Quello che conta è il progetto, la società, la piazza. Mi rendo conto che lavorare con la famiglia Camilli è un grande stimolo, perché qui bisogna vincere, ma anche io sono fatto così, voglio vincere, e fare un gran campionato”.

Stefano Sanderra, 48 anni

Stefano Sanderra, 48 anni

La squadra che verrà, con Luci che continua a cercare pezzi (“E’ un lavoro di squadra – dice il direttore – Ci consultiamo, decidiamo, e prendiamo il giocatore”) e i primi ingaggi che sono i giovani ex Grosseto, gli attaccanti di fama Nohman e Roversi e le conferme di Pacciardi e Zonfrilli, è ancora di là da venire. “Ma c’è tempo – dice Sanderra – L’importante per ora è non sbagliare nella scelta dei giovani, degli under richiesti dal regolamento. E questo stiamo facendo. Poi penseremo a metterci intorno i più grandi, ma credo che non ci saranno problemi in questo senso, perché di elementi di livello in giro ce ne sono tanti. Sto visionando anche i dvd delle partite della passata stagione, per farmi un’idea di eventuali ragazzi da confermare. Così la prima parte del ritiro, dal 27 luglio a dopo la Coppa Italia del 2 agosto, la considero un pre-ritiro, per vedere, provare e ragionare. Dal 3 comincerà la preparazione”. Per la cronaca: la Coppa Italia Tim si giocherà allo stadio del Conero di Ancona, da dove la Viterbese manca da undici anni (pareggio 1-1, nel settembre 2004, in C2, anno zero dal lodo Petrucci).

“Che squadra voglio? Vincente, entusiasta, ma anche corretta, perché nello sport di oggi l’atteggiamento, l’educazione, il comportamento, è più importante che mai. Così come è importante giocare bene, perché anche l’occhio vuole la sua parte.La serie D è un campionato difficile, perché vince soltanto la prima, perciò serve l’aiuto di tutti, cercheremo di costruire un corpo unico per lottare verso l’obiettivo finale. Quale girone preferisco? A lume di naso mi va benissimo anche quello sardo laziale invece dell’umbro toscano, ma è una sensazione, visto che la mia Viterbese dovrà essere in grado di giocare e vincere ovunque e contro chiunque”.

Lo staff, oltre a Luca Sanderra, sarà completato dalle riconferme del preparatore atletico Simone Di Serio e del preparatore dei portieri Paolo Gobattoni, mentre la società sta valutando diverse figure per il ruolo di fisioterapista.

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