27042024Headline:

Dopo la Macchina l’Unesco si concede la pizza

Il prodotto più nazional-popolare che esiste diventa patrimonio immateriale

Pizza, orgoglio italiano è patrimonio Unesco

Pizza, orgoglio italiano è patrimonio Unesco

D’ora in avanti, prima di tagliare il primo spicchio, sarà obbligatorio un minuto di raccoglimento. Signori e signori, la pizza è appena entrata a far parte del pianeta Unesco. Naturalmente sotto forma di patrimonio. E per di più immateriale. Sia chiaro, tanto quella con gamberi e zucchine, quanto la sempliciotta pomodoro, origano e un giro d’olio a crudo.
È Coldiretti ad annunciare il lieto evento. Ricordando che negli ultimi tempi Viterbo ha messo in cassaforte ben due titoli Unesco. Il primo è legato al Trasporto di santa Rosa, con la Macchina che ha ottenuto il riconoscimento “a spalla” insieme ad altri parenti, tipo i Gigli di Nola. Il secondo, appunto, seppur condiviso con il resto dello Stivale, è la pizza. E all’ombra della Palanzana tutto si può dire, fuorché manchino le pizzerie.
La signora Margherita e tutte la altre più o meno fantasiose varianti, rientrano in un business totalmente italiano che ha superato i dieci miliardi di euro annui. Sessantatremila sono invece i locali che propongono capricciose e quattro stagioni (comprese le sedi “da asporto”). Per un settore che dà occupazione a più di 150mila persone.
Ora, seppur la faccenda è alquanto nazional-popolare, va rimarcato che per arrivare a mettere la pizza su un altarino sì tanto importante, si sono sbattuti in molti (che sì, magari avrebbero potuto lavorare pure per altre cose). Le firme per la candidatura comunque, sono quelle politiche di Maurizio Martina, Stefania Giannini, Gianluca Galletti, Giuseppe Castiglione, Nicola Zingaretti, Mario Oliviero, Sergio Chiamparino, Roberto Maroni (che forse preferiva la polenta), Rosario Crocetta, Piero Fassino (perché mangia anche lui?), Federico Pizzarotti (con quel cognome…), Enzo Bianco, Nunzia De Girolamo, Loredana De Petris, Vittorio “prezzemolino” Sgarbi, Massimo Bray, Michele Valensise e Sebastiano Cardi.

E c'è pure la torta a forma di pizza, per festeggiare il riconoscimento

E c’è pure la torta a forma di pizza, per festeggiare il riconoscimento

Quelle discutibili di Alberto Bilà, Alessandro Cecchi Paone, Daria Bignardi, Emilio Casilini, Luciano Pignataro, Luigi Vicinanza, Oliviero Beha e Roberto Arditti.
E quelle, infine, raccolte nella categoria “ce le potevamo serenamente risparmiare”, di Gabriele Muccino, Oscar Farinetti, Carlo Petrini, Renzo Arbore, Luciana Littizzetto, Ilary Blasy, Jimmy Ghione, Eugenio Bennato, Frank Carpentieri, Giorgio Panariello, Toto’ di Natale, Fabio Quagliarella, vari e allegati.
Cos’altro aggiungere? Nulla, al massimo un birra ghiacciata e due patatine di contorno.

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