27042024Headline:

Tarquinia taglia il ponte con l’Anas

Superstrada Orte-Civitavecchia, Mazzola: "Non ci vogliono sentire, rapporti chiusi"

Il sindaco Mazzola e il vice Bacciardi

Il sindaco Mazzola e il vice Bacciardi

Abbiamo scherzato, si ricomincia da zero. Questa è l’amara sintesi di quanto emerge da Tarquinia. La patata bollente denominata “Orte-Civitavecchia”, ossia la realizzazione della famosa super-strada, si intoppa nuovamente. Come nel Monopoli, l’iter ritorna a monte (Romano).
Il sindaco Mauro Mazzola, a braccetto col suo vice Renato Bacciardi, decidono di puntare i piedi. “Dopo due mesi di lavori congiunti – spiega il primo cittadino – di riunioni qua e a Roma, di accordi con le associazioni e con i cittadini, siamo costretti ad arrenderci. L’Anas non vuole capirci. Fanno i capricci come i bambini”.
Bene. Cioè, male. Ma cosa è successo? “Abbiamo illustrato per la millesima volta l’impossibilità di passare sulla valle del Mignone – prosegue – una scelta logica. Di tipo ambientale, innanzitutto. Storico, archeologico. Insomma, le ragioni sono tante e note a chiunque. Questi invece si presentato in Comune, in una sala del Consiglio che purtroppo è di nuovo stracolma di gente che protesta, e ci dicono che loro hanno deciso. Che si passerà sul Mignone. Che il progetto che hanno messo nero su bianco è unico, giusto, non modificabile. Ma che siamo su ‘Scherzi a parte’?”.
E quindi? “Quindi siamo costretti ad interrompere i rapporti con Anas – aggiunge – Non ci sono le condizioni per proseguire. Non ha alcun senso sederci e discutere le criticità, quando i loro tecnici non prendono neanche in considerazione le istanze locali. Consideriamo la Trasversale un’infrastruttura strategica per Tarquinia e per la Tuscia, ma non vogliamo lo scempio del territorio”.

Un tratto di Orte-Civitavecchia

Un tratto di Orte-Civitavecchia

L’aria è tesa, dunque. E a quanto pare pure Bacciardi non è disposto a stemperare gli animi. “Rompiamo il dialogo – dice – perché dall’altra parte non c’è la benché minima apertura e disponibilità”.
Alla luce di tutto ciò, però, ci si chiede come si andrà avanti d’ora in poi. “Semplice – chiude Mazzola – Andremo dal Ministro, forti delle nostre ragioni. Siamo convinti che la via migliore è quella che proponiamo. E, per dirla tutto, è anche la più economica. Sbattiamo contro un muro. Ci sentiamo addirittura dire che la Sovrintendenza non sta dalla parte nostra. Ora la convoco, voglio parlarci a quattr’occhi. Basta capricci e basta imposizioni. Tarquinia è dei tarquiniesi, che si sono espressi. Nessuno deturperà questa terra”.

La dichiarazione di guerra è stata già consegnata.

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