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I fantastici quattro per salvare il salvabile

A Valle Faul il primo incontro di Etruscans - Gli Etruschi mai visti con i soprintendenti

Alessandro Barelli e i quattro soprintendenti

Alessandro Barelli e i quattro soprintendenti

Quale futuro attende l’archeologia e il paesaggio italiano? Qual è il ruolo del volontariato nel mondo dell’archeologia? Cosa si può fare per valorizzare il nostro territorio? A questi quesiti tentano di dare una risposta quattro soprintendenti che si sono ritrovati a confrontarsi con il pubblico all’interno dell’auditorium Fondazione Carivit nell’ambito dell’iniziativa Etruscans – Gli Etruschi mai visti.

Moderati dal direttore scientifico del parco archeologico di Vulci, Carlo Casi, e del presidente dell’associazione Historia, Alessandro Barelli, alla presenza del sindaco di Viterbo Leonardo Michelini, del vicesindaco Luisa Ciambella, dell’assessore al Turismo Giacomo Barelli e del sindaco di Bagnoregio Francesco Bigiotti, attento e interessato spettatore, i soprintendenti danno vita a un dibattito estremamente attuale e interessante, riuscendo a coinvolgere il pubblico su stretti temi d’attualità legati al mondo dell’archeologia.

Partecipano, infatti,  all’incontro quattro soprintendenti di altrettante regioni italiane patrie della civiltà etrusca: Alfonsina Russo per il Lazio, Luigi Malnati per l’Emilia Romagna, Adele Campanelli per la regione Campania e Angela Turchetti in rappresentanza del soprintendente della Toscana Andrea Pessina.
Un punto centrale dell’incontro riguarda il ruolo delle Soprintendenze nel nostro paese. “E’ necessario creare un sistema integrato – ricorda Alfonsina Russo – con la partecipazione delle istituzioni. Un sistema che miri alla valorizzazione del territorio e del paesaggio che in questi anni si è mantenuto intatto. È proprio questo il nostro lavoro e per continuare a farlo dobbiamo sfruttare anche le innovazioni tecnologiche e puntare sempre di più sulla ricerca. L’archeologia può essere un mezzo per lo sviluppo, per incidere, anche a livello legislativo, e per spingere al cambiamento”.

L'incontro di ieri a Valle Faul

L’incontro di ieri a Valle Faul

Un monito arriva da Adele Campanelli: “Se le Soprintendenze non avessero tutelato il paesaggio in tutti questi anni, ora non avremmo più niente. Attualmente viviamo un periodo di criticità, non solo in Campania. La nostra paura è che in futuro non riusciremo più a portare avanti un serio lavoro di valorizzazione sul territorio. Attualmente sembra che la Soprintendenza debba occuparsi più che altro degli aspetti di organizzazione. È necessario, invece, che si torni a pensare agli aspetti più scientifici e mirati alla valorizzazione dei siti archeologici e del paesaggio. Noi lavoriamo sul territorio e questo ci permette di comprendere le sue esigenze e anche le sue problematiche”.

Il periodo difficile che stanno attraversando le Soprintendenze, dal punto di vista legislativo,viene evidenziato anche da Luigi Malnati: “Mancano restauratori, topografi, fotografi, personale dei quadri intermedi. Mi preoccupa molto questa scissione tra la ricerca e la tutela. Le Soprintendenze devono preservare il territorio e per farlo c’è bisogno della conoscenza e della ricerca”. In aggiunta mancano, ovviamente, anche le risorse economiche. Oggi, come evidenzia Angela Turchetti, non esistono praticamente più gli scavi portati avanti per iniziativa delle Soprintendenze.

Un aiuto per la tutela del territorio può giungere anche dai volontari. “Spesso i volontari sono molti utili anche per quanto riguarda la segnalazione di siti archeologici perché conoscono molto bene il territorio. Ma non facciamo l’errore di sostituirli a un professionista, a un archeologo. Certo è che il loro apporto e supporto può essere davvero importante” sottolinea ancora Angela Turchetti.

Spazio, infine, ad alcune considerazioni riguardanti il territorio di Viterbo. La soprintendente del Lazio specifica che molto si sta facendo per la valorizzazione del nostro paesaggio e delle nostre bellezze: “Norchia e Castel d’Asso hanno attualmente problematiche enormi – spiega Alfonsina Russo – Sono siti privati e ottenere fondi non è affatto facile ma per Norchia, ad esempio, stiamo portando avanti progetti importanti con i proprietari. Progetti strutturali seri. Ad oggi stiamo lavorando a un programma sulle necropoli rupestri. L’obiettivo è di creare un vero parco archeologico. Dobbiamo riprendere il discorso dopo tanti anni di totale abbandono. Partendo da questo possiamo recuperare lotto dopo lotto. Faremo un passo alla volta ma solo così possiamo agire e realizzare i nostri obiettivi che, in fin dei conti, sono quelli del territorio stesso”.

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