26042024Headline:

“Tutti i comuni devono stare in Talete”

"Non sono contro i privati, ma voglio vederci chiaro prima di dire un sì convinto"

Vincenzo Grasselli, sindaco di Vignanello

Vincenzo Grasselli, sindaco di Vignanello

Ma come deve essere l’acqua? Totalmente pubblica, di proprietà pubblica e gestione privata o che altro ancora? Il quesito non è peregrino, poiché sulla questione i pareri sono discordanti e le polemiche infuocate. Un tema che attraversa trasversalmente gli schieramenti politici e che interessa indistintamente tutti i cittadini che alla vita delle società di gestione contribuiscono con il pagamento delle bollette, talvolta anche salate. Qualche giorno fa, durante l’assemblea dei soci Talete chiamati ad approvare il bilancio 2014, ai sindaci fu presentata una proposta da parte del consiglio di amministrazione riguardante l’avvio di contatti per verificare la possibilità che nel capitale sociale dell’azienda possano entrare anche i privati. Tutti d’accordo i presenti con un’unica eccezione: il primo cittadino di Vignanello, Vincenzo Grasselli, si astiene. Come mai sindaco? “Il perché l’ho detto in assemblea e l’ho ripetuto due volte perché fosse verbalizzato”. D’accordo, ma la motivazione? “Il discorso è articolato e va spiegato per evitare confusioni o errate interpretazioni. Bisogna partire da un principio: perché non tutti i comuni della Tuscia fanno parte di Talete? Perché ancora oggi esistono differenze tariffarie, anche consistenti, tra i cittadini delle nostra provincia?”.

Come diceva qualcuno, sindaco, si è fatta una domanda e si dia una risposta. “La mia opinione è molto semplice e deriva da una costatazione: c’è una legge che impone ai comuni di far parte della società di gestione idrica. Non l’ho fatta io, ma è tuttora vigente e quindi va applicata. Punto. Le cose stanno così”. Qual è la conseguenza di questa situazione? “Sono convinto, e non solo io, che gran parte dei problemi gestionali della Talete dipendano proprio da questo. Se tutti i comuni facessero parte di quell’azienda, molto probabilmente la situazione sarebbe assai diversa, e migliore, sul piano gestionale. La società sarebbe più forte e soprattutto non ci sarebbero cittadini di serie A e altri di serie B”. Che significa, sindaco Grasselli? “Che le famiglie di Vignanello pagano una certa tariffa, mentre basta spostarsi di pochi chilometri e i cittadini di altri comuni (che non fanno parte di Talete) pagano molto meno. Vi sembra giusto? Vi sembra corretto? A me no e su questo tema sono davvero arrabbiato”.

La protesta dei comitati per l'acqua totalmente pubblica, anche nella gestione

La protesta dei comitati per l’acqua totalmente pubblica, anche nella gestione

La situazione del mancato ingresso di alcuni comuni (con relativo commissariamento e ricorso al Tar in discussione fra qualche settimana) deriva da un comportamento abbastanza ondivago da parte della Regione che, da un lato, commissaria il servizio e dall’altro non è conseguenziale. Che ne pensa? “Io non voglio dare colpe o attribuire responsabilità. Ribadisco il concetto: la politica nella sua intierezza ci metta le mani e arrivi a conclusioni concrete perché la situazione attuale è quanto meno anomala e non è più sostenibile”.

Vale la pena tornare alla sua astensione in occasione dell’inizio del percorso per l’ingresso dei privati. Prché non il voto favorevole? “Si deve partire da un concetto molto semplice e molto chiaro: l’acqua è un bene pubblico. E su questo non ci sono discussioni. Si può disquisire sulla gestione, ma io voglio chiaro su chi sono gli eventuali soci privati e su come si concretizzerà il loro ingresso. Prima di dire un sì convinto bisogna chiarire tanti aspetti che, al momento, restano ancora molto vaghi. E comunque il vero problema resta quello di fare in modo che in Talete ci siano tutti i comuni: così, qualcuno (come a Vignanello) pagherà di meno; qualche altro di più, ma tutti allo stesso modo. Senza disparità e ingiustizie”.

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