27042024Headline:

Le perplessità Aigae sul bando della CamCom

L'Associazione italiana guide ambientali rimarca tutte le anomalie del caso Francigena

Mauro Orazi, Aigae

Mauro Orazi, Aigae

Rieccoci, e tre. Dopo aver ascoltato la voce della Camera di Commercio, e cioè il segretario generale Francesco Monzillo, ci è sembrato opportuno dare spazio sull’argomento “bando anomalo” anche all’Aigae, Associazione italiana guide ambientali. Che conta 3000 associati, 250 nel solo Lazio.
La loro lettera, che di seguito riportiamo, è stata già inviata alla stessa Camera di Commercio (e non solo). La riproponiamo fedelmente. La firma è di Mauro Orazi, coordinatore Lazio e consigliere nazionale.

“La nostra perplessità nasce dalle seguenti considerazioni:

– Perché non ci si è rivolti a figure professionali, cioè alla “Guida ambientale escursionistica”, che la nostra associazione rappresenta e che opera nel rispetto della Legge 4/2013 ed è dotata di una polizza RC professionale di ben 5 milioni di euro? Dell’esistenza di tale figura professionale la Camera di commercio di Viterbo (CCIAA) è stata portata a conoscenza durante gli incontri preliminari a tale bando, incontri ai quali hanno partecipato anche alcuni nostri soci titolari di AdV e TO.

– Poiché la finalità istituzionale delle Camere di Commercio è la promozione ed assistenza alle imprese, affidare un incarico remunerato ad una associazione di tipo volontaristico non iscritta alla Camera di Commercio appare come una contraddizione ed una forzatura istituzionale. In pratica la CCIAA, che dovrebbe promuovere e tutelare l’imprenditorialità locale, decide invece di avvalersi di “volontari” che nulla hanno a che fare con il mondo delle imprese. E questo pur avendo al suo interno le risorse necessarie allo svolgimento del lavoro. Infatti presso le CCIAA sono iscritte alcune imprese (tra cui agenzie di viaggi specializzate in viaggi nella natura) presso le quali operano Guide ambientali escursionistiche che ben volentieri avrebbero prestato la loro collaborazione o, quantomeno, partecipato ad una eventuale selezione.

– Perché si è creata questa ambigua commistione tra settore associazionistico non lucrativo e settore imprenditoriale? Perché si è scelto di non valorizzare l’imprenditoria locale preferendo invece dei “volontari”?

– Perché si è scelta la strada della “assegnazione diretta” al CAI anziché intraprendere la più trasparente procedura del bando pubblico o, quantomeno, della ricognizione di interesse? E perché questa decisione non è stata riconsiderata pur in presenza delle osservazioni degli iscritti alla CCIAA? L’affido diretto di un servizio per conto di enti pubblici non solo pone problemi di legittimità giuridica ma appare anche come una palese violazione dell’obbligo di trasparenza nell’azione istituzionale. In proposito richiediamo espressamente copia degli atti di affidamento del servizio con le relative rendicontazioni.

– Sono i “volontari CAI” coperti da idonea assicurazione di RC verso i clienti delle agenzie? Richiedere a imprese regolarmente operanti di proporre pacchetti nelle quale sono costrette ad avvalersi di operatori “volontari” è quantomeno anomalo e crea non pochi conflitti di competenza soprattutto nel campo della responsabilità civile sul servizio. La normativa in materia turistica e in particolare per l’organizzazione di pacchetti turistici è molto chiara: l’organizzatore (ovvero l’agenzia di viaggi o tour operator) risponde di tutti i servizi di fronte ai clienti, salvo poi rivalersi sui fornitori. In pratica, un qualsiasi disservizio causato dagli accompagnatori del CAI, “volontari”, vedrebbe in prima istanza responsabile l’agenzia, che dovrebbe rifondere il malcapitato turista salvo poi rivalersi sui volontari stessi… i quali però, non essendo, appunto, professionisti, quasi certamente non dispongono di adeguata copertura assicurativa.

– A quali condizioni prestano la loro opera i “volontari” del CAI? Se sono, come si dichiara, volontari, non dovrebbero percepire un compenso ma solo un rimborso spese. Poiché, tecnicamente parlando, tutti i servizi oggetto del “rimborso spese” sarebbero quelli inclusi nel pacchetto turistico proposto dal Tour Operator (vitto, alloggio, trasporto), basterebbe chiedere al TO di garantire un adeguato numero di gratuità per ciascun gruppo, a beneficio dei “volontari” del CAI. Visto che però tale richiesta non è presente nelle “caratteristiche del pacchetto turistico” richieste all’. Art 3 del bando, viene spontaneo il dubbio che forse la CCIAA. ha scelto la strada di riconoscere dei rimborsi spese “a piè di lista”: ma allora è legittimo chiedere di conoscerne i dettagli, considerando che tali rimborsi verrebbero coperti con fondi della CCIAA, a sua volta finanziata con le quote delle imprese associate, e dunque anche dei nostri soci.

Decine di guide ambientali operano, da anni e con successo, nella nostra regione, promuovendo un turismo alternativo sui mercati interni e internazionali e creando redditi e occupazione in aree altrimenti ignorate dal “grande” turismo di massa, guide che volenti o nolenti operano nella più completa e assordante indifferenza di buona fetta delle istituzioni.

Ci auguriamo che possiate rivedere le vostre decisioni tenendo nella dovuta considerazione i professionisti e le imprese che cercano di procurarsi un reddito dignitoso investendo tutte le proprie energie in un turismo sostenibile e responsabile, troppo spesso senza alcun sostegno o aiuto pubblico che non siano generici proclami di grande impatto mediatico ma di nessuna portata pratica.

Rimaniamo in fiduciosa attesa di chiarimenti in merito a quanto sopra esposto, e cogliamo l’occasione per inviarvi i nostri distinti saluti”.

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