27042024Headline:

Viterbo, c’è il Distretto: ora devi volare alto

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegnoQuesti sono gli eventi che segnano il percorso di un’amministrazione comunale. Era avvenuto nella consigliatura precedente con i finanziamenti Plus (oltre 10 milioni di euro) che Giulio Marini era riuscito a convogliare su Viterbo e che (troppo) lentamente si stanno concretizzando con i lavori al Sacrario e non solo, tra cui gli ascensori che ancora non funzionano e chissà perché. Accade con la nascita del Distretto turistico dell’Etruria meridionale, la cui valenza si potrà apprezzare compitamente in futuro quando cioè cominceranno ad essere tangibili i vantaggi che derivano da un siffatto riconoscimento.

Non era così scontato quando meno di due mesi fa, sull’onda di Etruria Experience, la cosa iniziò a prendere corpo. C’erano i tre comuni capofila (Viterbo, Orvieto e Chiusi), l’altro gruppetto di municipalità che s’era accomodato sotto le ali della principessa Ati e poco altro, ma c’era alla base un’idea forte, assolutamente originale: riunire tre pezzi di regioni e province diverse e accomunarli in un percorso storico, artistico, enogastronomico, paesaggistico unico sotto il segno dei progenitori etruschi. Una scelta forte, onestamente non percepita ai piani alti (si parla di regioni) e neppure particolarmente appoggiata. Ma il tempo e una riflessione scevra da inutili e dannosi campanilismi, hanno fatto maturare convincimenti diversi: una strada nuova, mai percorsa prima in Italia, e quindi certamente difficoltosa, ma anche una strada che proprio per la sua peculiarità poteva e doveva rappresentare un’esperienza da vivere.

Oggi che c’è il riconoscimento ufficiale, bisogna riconoscere che l’intuizione iniziale di Peppe Fioroni si è rivelata vincente: un’iniziativa di respiro ampio che davvero può rappresentare una svolta dando a Viterbo e a quelle zone omogenee dell’Umbria e e della Bassa Toscana che rientrano nelle caratteristiche di cui sopra, la chance per crescere insieme. Leonardo Michelini ci ha creduto, dando sostanza alla sua idea originaria di “Viterbo città turistica” corroborata da numeri in decisa crescita nel 2015 e testimoniata da quella tassa di soggiorno che rappresenta un termometro indiscutibile. Luisa Ciambella, alla quale è stata affidata la concreta realizzazione dell’impresa, ci si è buttata a capofitto, convincendoli ad uno ad uno i comuni più riottosi a perdere un pizzico di campanilistica sovranità. Oggi che la traversata si è positivamente conclusa si può e si deve essere soddisfatti, ma il vero cammino comincia adesso. Non solo per fare le cose bene, ma soprattutto per i passi successivi che passano inevitabilmente dalla candidatura a capitale italiana della cultura nel 2018: non una singola città, ma un intero territorio che sotto il segno degli Etruschi aspira a rappresentare l’arte e la storia del nostro Paese. Una capitale “diffusa”, come usa dire, per un progetto anche in questo caso innovativo e dunque coinvolgente e già da oggi candidato ad essere protagonista a prescindere.

Va detto per completezza che pure il benemerito Plus non garantì a Marini la rielezione e chissà che cosa potrà accadere nelle consultazioni comunali del 2018, ma resta la cifra elevata di una iniziativa finalmente di ampio respiro. Se davvero si vuol cambiare Viterbo, questa è la strada giusta.

Buona domenica.

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