26042024Headline:

Una mazzetta dei colori tutta da buttar via

Il Comitato per la viabilità di Tarquinia torna sulla storiaccia della Trasversale

I lavori sulla Trasversale

I lavori sulla Trasversale

Pronti, partenza, via. Anzi, no. Archiviamola va questa Via. Mettiamola da parte, ricominciamo da capo. E facciamo finta che negli ultimi anni (tipo 40, ma soprattutto negli ultimi 2 o 3) non sia successo nulla.
Questo è praticamente quanto chiedono (e magari pure a ragione, sia chiaro) varie associazioni di Tarquinia. Tra le quali il Comitato per la mobilità, firmatario della missiva. Chiedono a gran voce che la Via (inteso come documento, Valutazione impatto ambientale) sia buttata nel water.
E veniamo al dunque. Cioè, prima il tema portante: la Trasversale (manco a dirlo).
Svolgimento. “Quando la commissione Via ha inoltrato ad Anas le 66 richieste di documentazione integrativa, ci siamo chiesti, visto il numero e il contenuto delle richieste, se Anas potesse in un solo mese adempire a tanto materiale. Queste infatti mettevano in discussione molti punti cardine del loro progetto”, prima osservazione delle sigle.
Bene. Come è andata? “Anas in sostanza non ha risposto – proseguono – se non con una documentazione integrativa e un documento nel quale replica in modo incompleto e lacunoso o non risponde affatto. Il documento è a dir poco imbarazzante”.
Prove concrete: “Ulteriori attività di monitoraggio specifiche verranno comunque condotte in parallelo all’avvio della progettazione definitiva”. Che sarebbe un po’ come dire: partiamo, e vediamo via via cosa ci troviamo davanti. Quando in realtà la Via dovrebbe evitare proprio tali situazioni.

Orte - Civitavecchia: il percorso da completare

Orte – Civitavecchia: il percorso da completare

“Ricordiamo che il corridoio scelto da Anas insiste nella Valle del Mignone e costeggia per la quasi totalità l’omonimo fiume: due siti protetti. Quindi ora la commissione Via sarà chiamata ad esprimere un parere che potrebbe anche essere sfavorevole, mentre Anas non fa altro che dire che questa o quella criticità sul tracciato Verde verrà risolta o analizzata in fase di progettazione definitiva ed esecutiva, troppo tardi”.
Il buon senso, chiudendo e senza schierarsi (che fa male alle ossa) suggerisce che un asse stradale di 23 metri di larghezza, oltre 3 km di viadotti e soprattutto il cantiere che ne consegue, andrebbe preso un poco con le molle. Ma la frittata è ormai servita (fredda, sta lì da un secolo). E se il tracciato Verde non va bene perché deturpa, il Viola per questioni economiche e il Blu per geomografiche, che colore pigliamo? Facciamo un bianco che almeno sta bene su tutto e non ci si pensa più?

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