Prima avrebbe rubato un motorino e si sarebbe fatto inseguire per le vie del centro storico, poi, dopo appena cinque giorni, completamente ubriaco e fuori di sè, avrebbe dato in escandescenza in via Matteotti e aggredito alcuni carabinieri giunti sul posto per calmarlo.
”Voi non sapete cosa vi faccio, mi fate schifo”, avrebbe continuato a ripetere loro, insultando le divise e scagliandosi, dopo una rocambolesca fuga finita a viale Marconi, con violenza contro gli uomini dell’arma. E così, in poco meno di una settimana, è riuscito a collezionare due arresti.
Per quella resistenza a pubblico ufficiale, un domenicano di 26 anni è finito di nuovo in tribunale. Una seconda volta nel giro di appena cinque giorni.
Una condotta che il giudice Roberto Colonnello ha ritenuto di dover punire in maniera esemplare, facendo seguire alla convalida dell’arresto per furto del collega Gaetano Mautone, un decreto di espulsione dalla provincia a carico del giovane.
Venerdì scorso, infatti, il 26enne era stato fermato dai Carabinieri mentre era in sella ad un motorino sulla strada per Bagnaia. Notandolo senza casco, i militari hanno deciso di controllarlo, scoprendo così che quel ciclomotore risultava essere stato rubato pochi minuti prima dal parcheggio del Sacrario.
”Ero stanco per il lavoro” si sarebbe giustificato in aula l’indomani, nel corso del primo processo per direttissima che lo ha visto protagonista. E anche ieri, alla sbarra per resistenza a pubblico ufficiale, dopo l’arresto nella notte tra mercoledì e giovedì, avrebbe tentato di dare spiegazioni del suo comportamento. Ma non sarebbero servite a molto. Convalidato l’arresto, il giudice ha stabilito la sua espulsione dal territorio italiano.