Ennesimo appello lanciato da Anaepa Confartigianato – l’associazione dei costruttori aderenti alla Confederazione – circa la grave situazione in cui versa il settore delle costruzioni.
Nell’ultimo anno il comparto ha perso 122.000 addetti, pari ad un calo del 6,7% e anche per le imprese il saldo è negativo: il 2012, infatti, si è chiuso con la perdita di 61.844 aziende, pari ad una diminuzione dell’1,88%. Nello stesso periodo le imprese artigiane, ovvero la fetta più consistente delle costruzioni con 571.336 aziende (il 64% circa del totale), hanno perso 54.832 unità con un calo dell’1,96%.
Il panorama è a dir poco tetro e rispecchia fedelmente le conseguenze della recessione più lunga e profonda del dopoguerra che, a tutt’oggi, ancora opprime le nostre imprese.
La situazione nella nostra provincia non fa che confermare il quadro nazionale: secondo i dati della Cassa Edile di Viterbo, infatti, il numero di imprese attive registrate ha subito una riduzione del 12% circa nel passaggio dal 2011 al 2012, a fronte di un decremento delle ore lavorate pari al 21%. Gli effetti della crisi nel settore edilizio hanno colpito duramente la fetta di lavoratori attivi nella provincia che, nel periodo preso in esame, sono scesi da 4.454 a 3.656.
La gravità della situazione in cui versa il settore non può più essere sottovalutata. La spirale negativa che imbriglia le imprese rischia di peggiorare ulteriormente se non si mettono subito in campo azioni dirette ad arrestare il declino. È fondamentale che si comprenda che il comparto, da solo, non può resistere. Per questo occorre reagire in tempi brevi e con misure efficaci e, contemporaneamente, costruire le fondamenta per uno sviluppo più equo e sostenibile.
L’appello, dunque, richiama ancora una volta all’attuazione di una nuova politica economica che rimetta in moto il settore delle costruzioni. Scarso credito bancario e tempi di pagamento sempre più lunghi, sono questi i mali che affliggono le imprese edili e ai quali bisogna rispondere con l’allentamento delle regole del patto di stabilità per rimettere in moto gli investimenti e per pagare rapidamente i debiti accumulati dagli Enti pubblici nei confronti delle imprese; il varo di un piano per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato; il credito più accessibile per le imprese e la riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro.
Lo scorso maggio ci siamo uniti ad Anaepa e alle altre parti sociali nel chiedere al neopresidente del Consiglio, Enrico Letta, di intervenire con misure urgenti da attuare nei primi 100 giorni di attività e proprio in quell’occasione abbiamo avanzato una serie di proposte.
In particolare, si insiste sulla necessità di rendere strutturali le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica nel comparto edile, misure che il Governo ha prorogato a fine anno con il provvedimento sull’ecobonus e le ristrutturazioni in edilizia. Tra le proposte avanzate da Confartigianato c’è anche la definizione di un piano straordinario e programmi integrati per il recupero, il riuso e la valorizzazione del patrimonio pubblico, la tutela dei beni artistici, culturali e naturali. In poche parole, si auspica un modello centrato sul “costruito” più che sul costruire.