27042024Headline:

A 18 anni un bel salto in Nazionale

Eleonora Schertel

Eleonora Schertel

Si chiama Eleonora Schertel. Anno di fabbricazione 1996. Non è né una berlina né un televisore ideati in Germania. Bensì è una saltatrice. Di origini si tedesche, ma residente qui a Viterbo. Dove vive e gareggia, tra piste e pedane, per l’Alto Lazio. Quella società di cui poco si parla se non fuori provincia. Nessuno è profeta in patria, d’altronde. Ma i risultati parlano chiaro.

La Schertel vestirà la maglia azzurra il prossimo 26 aprile. Non questo, ma il sabato che segue. La Nazionale italiana l’ha selezionata per il Meeting internazionale Junior in terra greca. A Kos, precisamente, seconda isola del Dodecaneso. Che sa tanto di storico e selvaggio mescolati. Comunque. Non farà tanta strada solo per assaggiare il gyros (che resta in modo indiscusso un panino da strada favoloso), tenterà piuttosto di ottenere un buchetto ai campionati Mondiali di Eugene. Quelli previsti dal 22 al 27 luglio. “Ha le capacità e le carte giuste per arrivarci – dice Giuseppe Misuraca, colonna dell’Asd – Ma soprattutto ha enormi margini di miglioramento. È al debutto in categoria. Quindi nessun dramma qualora dovessero puntare su altre. Fondamentale è invece che si diverta, cresca, e faccia esperienza”.
Parte dal suo confortante 1.76. Che non è lo stacco di coscia, ma il piazzamento (in alto) che le vale il terzo posto in Italia. Viaggerà a braccetto con tale Allegra Patterlini (che con Viterbo non c’entra nulla ma ha un nome simpatico), e tenterà di rafforzare lo spirito di famiglia. La mamma infatti, Monica Condurelli, è anch’essa saltatrice. Ex. Ora allena. Tanto la figlia, quanto il figlio Ludwig. Che negli ultimi giorni ha segnato il suo personale (così si dice) di 1.91.
A diciotto anni Eleonora si appresta a vivere un’avventura incredibile. Col peso sulle spalle di rappresentare un’intera nazione. Ma con la consapevolezza di poter arrivare a qualcosa di importante. Districandosi tra colleghe di casa, russe e turche. La sua arma in più potrebbe essere anche la capacità di adattamento tipica dei tesserati Alto Lazio. “È brava pure nel lungo e nel triplo – specifica ancora Misuraca – E non è una mosca bianca. Da noi è la prassi. Non formiamo i ragazzi in una sola disciplina, gli apriamo sempre più porte. Che fa bagaglio”.
Incoraggiamenti e un pizzico di commozione sono arrivati poi da parte del presidente della società Ermanno Tronti. Il primo a sacrificarsi per la causa. Il primo a gioire quando Viterbo mette la testa fuori dal provincialismo e dalla mancanza di attrezzature adeguate. D’altronde la pista è quella che è. Per non parlare delle pedane, ai limiti del disastro. Chissà che la Schertel non stimoli qualcuno a saltare l’ostacolo (economico) del restyling previsto per la struttura. Sarebbe un record. Sicuro.

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