05052024Headline:

Coldiretti in campo contro la casta

È il mondo che (probabilmente) ne richiede l’utilizzo. E quindi ci si adegua alle esigenze globali. In ogni ambito. Tanto nella calcificata politica, quanto tra gli incravattati più insospettabili. Quando una cosa tira, quando va di moda, occorre cavalcarla.

agricoltoreEcco perciò l’ennesimo hashtag. Vocabolo difficilissimo da scrivere e da pronunciare. Ma dal significato semplice semplice. Hash sta per “pasticciare”. Tag per “etichetta”. Che detto così non spiega nulla (maledetto Twitter, promotore dell’iniziativa). Ma permette di andare oltre.

Si chiama #Campoliberodarendite (tutto attaccato e col cancelletto in testa). Ed è un’iniziativa nazionale partita dalla Coldiretti. Sposata poi con entusiasmo anche dai vertici viterbesi. Dettagli. “Campo libero da rendite – dice il presidente locale Mauro Pacifici – Poiché esiste una elite intoccabile. Ovverosia, scendendo nel discorso legato ai contributi comunitari, i primi tremila beneficiari che ricevono importi di oltre mezzo miliardo di euro, sono gruppi industriali, assicurativi e bancari. Enti che non vivono sicuramente d’agricoltura, ma ne giovano. A discapito degli altri”.

Come? Viene quindi da chiedersi. In sostanza i sacrifici (economici, tanto per chiarire il concetto) vengono chiesti sempre agli stessi. Alla base della catena. Che poi sarebbe la maggior parte della popolazione, quindi anche molti agricoltori. Chi sta sopra invece, attraverso piccoli escamotage e giochini di potere, riesce a scamparla senza stringere nemmeno un buco della cinghia. Zero problemi e portafogli in continua crescita. Alla faccia della crisi e delle belle promesse collettive. Il contenitore della proposta si chiama #Campolibero. Studiato e spinto da Roberto Moncalvo, che di Coldiretti è il presidente nazionale.

“Il progetto può rappresentare l’occasione per cambiare verso all’agricoltura – dice lo stesso – fino ad ora una casta di intoccabili, appena lo 0.2 percento, riceve ben il 15 percento delle risorse destinate al settore. Gran parte di questi soggetti non contribuisce alla previdenza agricola, mentre altri hanno creato spa o srl ad hoc per godere furbescamente di agevolazioni sull’Imu, sulla concessione edilizia, sull’acquisto dei terreni e anche sulle bioenergie. Facendo così concorrenza sleale al reddito e all’attività dei veri agricoltori”.

Come si può superare questo dramma? “La semplificazione amministrativa, il sostegno all’ingresso dei tanti giovani che vorrebbero partire, l’attuazione della legge sull’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta, rappresentano obiettivi concreti e risolutivi del piano”, chiude così il pianeta in giallo. E la guerra contro i paraculi di turno, a quanto pare, parte con un cancelletto (o hashtag, se preferite).

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