Visto che le cose vanno in maniera eccellente, alla Talete hanno deciso di prendersi ulteriore tempo per ogni decisione. Sembra assurdo, ma è così: l’assemblea dei soci in programma ieri ha soltanto fatto una parte del lavoro, approvando l’accorpamento di una parte del Siit (Servizi idrici integrati della Tuscia). Un passaggio già avallato sia dal Comune di Viterbo sia, giovedì scorso, dalla Provincia.
E’ rimasto in sospeso, invece, l’altro aspetto, quello tutto sommato vitale per Talete spa, società oberata dai debiti (intorno ai 20 milioni) e dal futuro incerto. All’ordine del giorno dell’assemblea infatti c’erano argomenti definitivi: la discussione sul bilancio 2013, la previsione per quello del 2014, la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione e del collegio dei sindaci. A margine, anche le misure per scongiurare il fallimento della stessa Talete, anche attraverso forme impopolari (eufemismo) come l’aumento delle tariffe. Si parla di cinque euro in più all’anno per utenza, soluzione utile a far quadrare (o comunque a ritoccare) i conti ma difficile da spiegare ai cittadini della Tuscia, che spesso si trovano a pagare per un’acqua non potabile perché infettata dall’arsenico. Tutto comuqnue rimadato tra due settimane, insieme alla riunione preliminare dell’Ato.
Perché? Perché il presidente della Provincia Meroi ha annunciato che l’assessore regionale Fabio Refrigeri ha finalmente accettato di venire a Viterbo per spiegare la posizione della Regione. Un confronto molto invocato negli ultimi tempi, da più parti, e che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, gli imprevisti sempre in agguato) martedì 22 luglio in occasione proprio dell’assemblea Ato, alla presenza dei sindaci della Tuscia, tra i quali si registrano da sempre posizioni diverse sul futuro della società. Dopo il confronto con Refrigeri, giovedì 25 luglio (non un giorno felicissimo per fare riunioni, insegna la storia), sarà la volta del secondo round dell’assemblea Talete: è chiaro che quello che dirà l’assessore potrà avere un discreto peso nel dibattito, e soprattutto nelle votazioni di bilancio e nuovo CdA.