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Tassa di soggiorno: dov’è lo scandalo?

rifiuti roma“Quella del 27 aprile scorso, quando sono stati santificati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, è stata per Roma una giornata storica, irripetibile e ineguagliabile. Ma le centinaia di migliaia di pellegrini che hanno affollato la Capitale hanno anche lasciato una montagna di rifiuti. Il giorno dopo, nella sola via della Conciliazione, ne sono stati raccolti circa 100 tonnellate, per una spesa di alcuni milioni di euro. Non mi sembra per nulla giusto che questa spesa, indispensabile, debbano pagarla solo i romani”. Così il sindaco Ignazio Marino, alcuni giorni or sono nello studio di “In onda”, la fortunata trasmissione estiva di La7 condotta da Alessandra Sardoni e Salvo Sottile, commentava l’aumento nella Capitale della tassa di soggiorno, adottato dalla sua Giunta nell’ambito del bilancio comunale di previsione 2014.
E il ragionamento, se ci si riflette un attimo, non fa una grinza. In un’epoca in cui – purtroppo – si è ormai costretti a pagare tutto. Dal parcheggio in città, all’autostrada, al bagno pubblico. Giacché ormai, nella società del terzo millennio – finita l’epoca delle vacche grasse dove pagava Pantalone, perché se lo poteva permettere – vige il motto “chi rompe paga e i cocci sono suoi”. A prescindere dal colore politico degli amministratori. I quali, a differenza dei loro predecessori, hanno l’esigenza di far quadrare i conti anno dopo anno, senza accumulare debiti (come è stato fatto in passato per troppo tempo) da far poi pagare alle future generazioni (cosa che i nostri giovani oggi stanno vivendo sulla loro pelle proprio per gli errori commessi in passato).
E allora, scandalizzarsi perché palazzo dei Priori ha adottato una tassa di soggiorno (da 1 a 3,5 euro) da far pagare ai turisti che arrivano nel capoluogo della Tuscia non è un provvedimento di per sé scandaloso. Anzi, stabilisce un’equità sociale, in quanto il turista che arriva usufruisce di determinati servizi e, di concerto, dà una mano a coprirne i costi. Tra l’altro, la cifra è talmente irrisoria che non può essere invocata come deterrente per chi ha intenzione di soggiornare per una vacanza a Viterbo, come in qualsiasi altra città. Ce lo vedete voi un aspirante vacanziere che decide di rinunciare a un viaggio di una settimana perché deve spendere da 7 a 24,5 euro in più? Suvvia, siamo seri. E lasciamo da parte le argomentazioni demagogiche.
Se poi mettiamo il naso fuori dal nostro ambito, vediamo che in altre parti l’uso del “dare moneta, vedere cammello” è già abbondantemente collaudato. A tale proposito cito un ricordo personale, risalente addirittura all’estate 1995 quando, in una cittadina dell’Olanda vicina ad Amsterdam, dovetti onorare il ticket per entrare in una chiesa protestante la cui unica bellezza (se così si può dire) era un pulpito in legno sapientemente intarsiato (in Italia ce ne sono a migliaia). Facendo i dovuti paragoni, quanto si dovrebbe pagare allora per entrare nel duomo viterbese, o alla basilica di Santa Rosa, o nella sala del conclave, o nella loggia di palazzo dei Papi, o nella sala Regia di palazzo dei Priori, e via dicendo?
Piuttosto, il nodo è un altro. Ovverosia il fatto che questa nuova risorsa sia ben impiegata dagli amministratori. Proprio per migliorare i servizi a favore dei turisti. Per offrire loro una città pulita e accogliente; dove si possa, ad esempio, andare a fare la pipì senza dover peregrinare troppo (come oggi purtroppo accade).
In conclusione, è necessario un salto di qualità nel modo di vedere le cose, prendendo atto che il mondo attuale è molto diverso da quello di qualche decennio fa. E allora, nessuno scandalo per la tassa di soggiorno. Ma, da parte soprattutto dell’opposizione, un controllo asfissiante su come queste nuove risorse verranno impiegate.
Per il bene di Viterbo e dei viterbesi.

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6   Commenti

  1. Massimiliano Forieri ha detto:

    Sassi, se parliamo di teoria va tutto bene, anche se ritengo che il turista porti già ricchezza sul territorio perché mangia, dorme e acquista. Però facciamo finta che il concetto della tassa sia giusto, in realtà succederà che la tassa di soggiorno finirà sulle spalle degli albergatori che cercheranno di non aumentare i prezzi. Ma anche la pagassero i turisti, è stata istituita come tassa di scopo senza specificare lo scopo. Se per lei questo è normale, a me sembra assurdo. Tralascio i concetti triti e ritriti ma purtroppo sempre validi per cui una classe politica che si candida a risolvere i problemi poi non trova di meglio che accusare i predecessori e mettere tasse, mentre continua ad avallare sprechi e clientele. Saluti

  2. piff ha detto:

    il semplice fatto che l’abbia proposta quell’analfabeta di barelli è tutto dire…

    invece di premiare gli operatori del settore, si impone loro un balzello…

    maddai, manco le comiche…

  3. piff ha detto:

    “equità sociale”

    sassi, lasci perdere… non fa per lei…
    si goda la pensione

  4. Luigi Tozzi ha detto:

    Massimiliano Forieri, non so se lei sia mai stato a dormire in un albergo dove il comune ha messo la tassa di soggiorno (quasi tutto il mondo), ma le assicuro che è sempre considerata extra rispetto al prezzo della camera e prima di fare la prenotazione viene comunicato sempre al cliente il suo importo (o detto escluse tasse locali di soggiorno). Dunque la sua deduzione che gli albergatori non alzeranno i prezzi e si “pagheranno” la tassa di soggiorno è quanto meno non corretta. I prezzi delle camere variano con i periodi dell’anno e con i flussi e nella stesso albergo può trovare molte camere “last minute” proprio per questo.

  5. Massimiliano Forieri ha detto:

    ok, vedremo cosa faranno gli operatori viterbesi. Ma la mia obiezione finale resta: hanno messo una tassa senza sapere cosa ci faranno e neppure quanto incasseranno.
    Ma tutti sappiamo come andrà a finire.
    E l’obiezione generale vale per tutti, mica solo per l’armata Brancaleone viterbese, a mettere le tasse sò bono pure io….ma mica mi candido alle elezioni. Ho ritrovato i 10 punti della campagna elettorale di Michelini, belli….

  6. Hunter McCoy ha detto:

    Certo che paragonare i quattro turisti che vengono a Viterbo perché hanno sbagliato l’uscita al casello dell’autostrada con i 5 milioni di invasati che sono andati alla canonizzazione dei due Papi sarebbe come andare al Caffè Grandori con un’utilitaria e pretendere di ordinare la biretta senza lo smerdo del viterbese “in”. A Sassi: se la tassa di soggiorno per te è giusta, a noi va bene così, veramente. Ma non è necessario scrivere tutto quello che una pensa, eh!

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