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Un’applicazione, e Viterbo non ha più segreti

La schermata principale dell'applicazione

La schermata principale dell’applicazione

C’era quel vecchio video per cui lo hanno preso in giro per anni: “Plis, visit Itali”, diceva Francesco Rutelli allora ministro dei Beni culturali di questo Paese, e i turisti stranieri – ascoltato quel messaggio in un inglese inquietante – preferivano andare in Spagna, in Francia, in Grecia. Anche per questo era ora di ridare dignità al verbo “to visit”, e ci hanno pensato a Viterbo, inventando una applicazione per smartphone, scarcabile gratuitamente da mercoledì nei negozi virtuali di Apple e Google, che si chiama “Visit Viterbo”. E che è tanta roba.
Un’app per avere tutta la città – e i suoi dintorni – nella propria tasca. Sul cellulare, o anche sul tablet, dove con lo schermo più grande l’effetto è spettacolare. No, non è esagerato dire che dentro questa applicazione ci sia tutto: è la pura verità. Si va dalla storia della città, dei suoi monumenti, delle sue strade e dei suoi palazzi, le biblioteche, i musei, fino alle tradizioni e alle tipicità. Dalla Macchina di Santa Rosa, con una sezione dedicata a parte che tornerà molto utile nei prossimi giorni, alle terme, con sontuose fotografie a corredo. Sono suggeriti anche i percorsi turistici nel centro storico, con tanto di riferimento sulla mappa di google, e la geolocalizzazione possibile attraverso il Gps di ogni dispositivo, per un tour insieme reale e virtuale. E ancora, le informazioni utili, dagli uffici comunali ai trasporti pubblici, ai numeri per le emergenze, le farmacie di turno, le notizie per sposarsi in Comune: c’è da davvero di tutto, in continuo aggiornamento. Come le liste di alberghi, ristoranti, bed & breakfast, pizzerie della città, completi di numeri di telefono. Parallelamente, c’è anche il sito web, all’indirizzo www.visitviterbo.net, che fa parte della rete di vist Lazio, voluto dalla Regione. E il termine “visit”, con buona pace di Rutelli, è strategico, perché più facilmente raggiungibile dai motori di ricerca in inglese.

La sezione dedicata alla Macchina di Santa Rosa

La sezione dedicata alla Macchina di Santa Rosa

Insomma, un’applicazione fondamentale per i turisti (a breve sarà rilasciate anche la versione in inglese) ma anche una piacevole scoperta per i viterbesi. Il progetto è dell’assessorato alla Cultura, quando ancora il titolare era Giacomo Barelli, che poi ha continuato a seguire il percorso dell’app anche da assessore allo Sviluppo economico: “Abbiamo vinto un bando della Regione, che ha finanziato all’80 per cento la cosa: diecimila euro sono arrivati da Roma, duemila dal Comune di Viterbo – spiega lo stesso Barelli – L’azienda sviluppatrice è stata scelta secondo i protocolli di trasparenza della pubblica amministrazione, e si tratta di una società molto rinomata nel settore (Città in internet srl, sul web si possono vedere le loro creazioni, tra cui l’app per Umbria Jazz, ndr). Riteniamo che sia una dotazione indispensabile per una città moderna: è facile da realizzare, d’accordo, ma prima non c’era. Un altro tassello di crescita e di promozione territoriale che va a posto”, dice orgoglioso l’assessore.
Il Comune sta lavorando per promuovere l’applicazione (che, va ripetuto, è gratis per Ios e Android) attraverso i canali ufficiali dell’ufficio turistico e Promotuscia. Presto saranno anche pronti dei cartelloni e degli adesivi da fornire ai negozi e alle attività turistiche. E basterà un click per farsi un viaggio dentro Viterbo.

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