06052024Headline:

Com’è dura essere il figlio di Zeman

Karel Zeman, 37 anni

Karel Zeman, 37 anni

Il figlio di Z. è un ragazzo che sembra già troppo vecchio. La faccia piena, i capelli in estinzione, lo sguardo liquido di chi si sente troppo coinvolto in quello che fa. Il figlio di Z. è Karel, Karel Zeman, e domenica siederà sulla panchina lontana dello stadio Enrico Rocchi, alla guida del Selargius ospite, ospite della Viterbese per la quinta giornata del campionato di serie D.
Allenatore, Karel, come il papà Zdenek, e chissà se ci è diventato per passione o soltanto per proseguire la tradizione di famiglia (c’era anche uno zio, Cestmir Vycpalek) o forse per entrambe le ragioni. Di certo il modulo è lo stesso, quel 4-3-3 che espone le squadre dei Z. a clamorose vittorie – l’ultima, paterna, domenica scorsa a San Siro, Inter-Cagliari 1-4 – e fragorose figuracce. Identico pure lo spirito, quello di un calcio spettacolare ma didascalico, dove gli schemi servono ad incastrare l’atleta (e spesso anche l’uomo) affinché contribuisca al raggiungimento dello scopo. Che non è sempre vincere, ma “vincere segnando un gol più dell’avversario”, come da paraculesco aforisma del guru.
Se in tutto questo papà Sdengo è quello che ha raggiunto i risultati maggiori, seppure dopo una gavetta infinita partita dai campi bruciati della Sicilia, il giovane Karel mostra maggiori difficoltà, diciamo così. Lui, che nonostante il nome boemo è italiano, italianissimo, nato a Palermo nel 1977. Lui, che ha vissuto seguendo la scia del padre: sull’isola prima, liceo classico a Foggia, quando i Diavoli del Tavoliere fecero scoprire all’Italia la ZZ, la zona Zeman, e infine a Roma, per l’Università doppia: quella laziale e romanista per Zdenek e La Sapienza per Karel, che si laurea in Lettere con una tesi sul calcio nella letteratura sudamericana. Triste, solitario y final, come certi campionati di papà.

Zdenek con in braccio Karel appena nato

Zdenek con in braccio Karel appena nato

Da allenatore il giovane Zeman non ha avuto fortuna, diciamo così. A trentasette anni ha collezionato più incarichi di un Montezemolo, ma senza la stessa fortuna. Esordio con le giovanili del Tre Fontane, zona Roma Eur, palazzoni tristi e in squadra tanti figli di papà, ma guarda che coincidenza. Poi la Viterbese, arrivato ad appena 28 anni per collaborare con il capo allenatore Giacomo Modica e poi, quando questi fu esonerato prima dell’inizio del campionato, scalato alla guida degli Allievi nazionali. E ancora: Manfredonia, Maglie, Bojano, Fano: squadrette tra dilettanti e serie C, senza finire mai una stagione, o quasi, travolto da immense attese e valanghe di gol, però subiti. Persino una parentesi a Malta, l’anno scorso, e chissà se sull’isola ci hanno capito qualcosa, di tagli e diagonali, di tridenti e gradoni e minestre di patate da mandare giù per irrobustire i muscoli. Il tutto, mentre pure il capofamiglia viveva le sue montagne russe: l’ostracismo provocato – raccontano – dai Grandi Burattinai Bianconeri, la ripartenza da Foggia, vecchio amore, poi le magìe di Pescara, con Verratti, Immobile e Insigne che facevano impazzire la riviera. Di lì un altro ritorno, stavolta amaro, nella prima Roma americana, nuovo esonero da infilare nel curriculum, nuove polemiche tra i fedeli del Verbo e gli apostati maledetti.

Fino ad oggi. Quando padre e figlio si sono ritrovati in Sardegna, forse per caso forse no, ad un quarto d’ora di strada e quattro categorie di distanza: Zdenek a Cagliari, sulla panchina che fu di Scopigno – uno che gli somigliava, o viceversa -, Karel al Selargius, obiettivo salvezza, finora una sola vittoria in campionato e un 6-0, tanto per non perdere l’abitudine, incassato dalla Lupa Castelli. Domenica c’è la Viterbese, per il giovane Z., soltanto un’altra domenica da superare senza inciampare non in una sconfitta (che ci può stare), ma nell’ennesimo licenziamento. Perché già è duro fare l’allenatore, ma farlo come figlio di un profeta è praticamente impossibile. “Sì, vorrei avere il carisma di mio padre”, pensò un giorno Karel mentre cercava di spiegare uno schema ai suoi ragazzi.

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1 Commento

  1. Stella Corigliano ha detto:

    questo sproloquio trasuda un odio incondizionato verso ZEMAN padre riversato inopinatamente verso il figlio Karel… non essendo degno di essere definito articolo non merita considerazione… solo una cosa: sui risultati di Karel Zeman al Qormi si informi… subentrato prendendo una squadra allo sfascio l’ha risollevata e portata a una tranquilla salvezza in linea coi programmi societari. E in più Semifinale di Coppa di Malta oltre i più rosei programmi

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