05052024Headline:

Alla Asl c’è Ritha, un progetto che funziona

Oltre duemila richieste di assistenza al servizio

Sono state circa 2000 le richieste di assistenza pervenute nel 2014 alla Asl di Viterbo e valutate tramite Ritha, la Rete integrata territorio ospedale e accreditate che rappresenta un modello di riorganizzazione aziendale innovativo, sia in ambito valutativo che tecnologico.

Ritha è un progetto rivolto ai numerosi utenti che, quotidianamente, esprimono il loro bisogno di salute attraverso diverse modalità di richiesta: dall’assistenza domiciliare al ricovero in strutture accreditate, in Rsa e per la lungodenza, dalla riabilitazione all’hospice, anche fuori Asl e fuori regione. L’obiettivo di Ritha è garantire l’equità dell’accesso e la risposta più appropriata alle richieste di assistenza, indipendentemente dal punto di accesso alla rete da parte del cittadino. Una rete della quale fanno parte, oltre alle strutture aziendali ospedaliere e territoriali, anche quelle accreditate presenti nella Tuscia.

“La risposta al bisogno assistenziale – commenta il commissario straordinario Luigi Macchitella – viene espressa anche attraverso l’integrazione sociosanitaria, a partire dal Punto unico di accesso e proseguendo in tutto il percorso, fino ad arrivare alla soluzione individuale personalizzata per il nostro utente fragile e per la sua famiglia”.

Nello specifico, attraverso la cartella informatizzata, Ritha consente di mettere in rete, in tempo reale, tutti i processi valutativi intermedi e le elaborazioni dei dati, assicurando la tracciabilità di tutto il percorso, dalla presa in carico dell’utente fino all’elaborazione del suo Pai, il Piano assistenziale individuale.

“La cartella informatizzata – prosegue Luigi Macchitella – è uno strumento unico in ambito aziendale ed è davvero garanzia dell’equità del processo e della valutazione, perché non consente forme arbitrarie di intervento nell’individuazione della risposta da offrire al cittadino e perché permette, nelle successive rivalutazioni, il confronto di quanto realmente applicato mediante i piani assistenziali elaborati, sia in azienda che all’interno delle strutture accreditate”.

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