05052024Headline:

Provincia, precari pronti ad azioni legali

Le uniche speranze legate all'approvazione degli emendamenti alla legge di stabilità

Il consesso di Palazzo Gentili

Il consesso di Palazzo Gentili

Quando si parla del destino delle persone, è sempre opportuno usare il massimo tatto condito da una totale condivisione. Poiché la sorte dei 46 precari della Provincia rimasti senza lavoro e senza stipendio dal 31 dicembre sta evidentemente a cuore a tutti. E una soluzione positiva è negli auspici generali. Con un comunicato di ieri mattina i lavoratori prendono una posizione abbastanza netta, minacciando azioni legali qualora non si arrivasse ad una positiva conclusione della loro vicenda. “Ci sentiamo presi in giro” scrivono – la Provincia sta giocando con le legittime aspirazioni occupazionali di 46 persone che hanno lavorato per l’ente per oltre 10 anni e che hanno superato un concorso pubblico. Sono tre mesi, da quando a fine anno i nostri contratti sono scaduti, che assistiamo a un continuo rimpallo di responsabilità per giustificare la nostra mancata proroga”.

“Eppure – aggiungono – quando a fine anno erano rimasti a disposizione circa 38mila euro per farci lavorare un altro mese, la dirigente del Personale si è rifiutata di firmare la proroga. Proroga che poteva legittimamente esser effettuata per tutti noi 46 lavoratori caricati sullo stesso progetto. A maggior ragione può esser fatta ora che la Regione ha fatto slittare fino al 31 ottobre il progetto Tuscia inFormazione – Azione Work Experience, ma, di nuovo, dalla Provincia sollevano problemi e perdono tempo. La questione adesso sarebbe la mancanza di fondi. Eppure, nella riunione in Regione di pochi giorni fa, alla presenza del consigliere regionale Enrico Panunzi, dei rappresenti della Pisana e di Palazzo Gentili, proprio dalla Regione è arrivata la disponibilità a reperire i fondi per le nostre proroghe. Quindi, di che parliamo? La verità è che la Provincia, seppur formalmente disponibile a risolvere la questione, di fatto ci ha scaricati e sta accampando scuse su scuse per non farci lavorare e perdere tempo”.

“Visti gli annunci pubblici sul nostro rientro il 1° aprile – anche il presidente Marcello Meroi lo ha detto in una riunione – aspetteremo il 27 marzo, data in cui dovrebbero essere approvati alcuni emendamenti proposti dall’Upi alla legge di Stabilità, che consentirebbero di superare i problemi tecnici sottesi al nostro rientro al lavoro. Se per quella data – concludono – non saranno ancora stati predisposti i contratti, saremo costretti a rivolgerci al giudice del lavoro al fine di veder riconosciuti i nostri diritti, nonché alla magistratura contabile e penale affinché vengano accertate eventuali responsabilità sulla gestione della vicenda dei precari in Provincia. Non siamo più disposti a essere presi in giro e faremo valere i nostri diritti in tutte le sedi opportune”.

Il presidente della Provincia Marcello Meroi

Il presidente della Provincia Marcello Meroi

Ribadita la totale solidarietà ai lavoratori, vanno contestualmente ribaditi anche alcuni concetti: quei 38mila euro di avanzo di gestione servirebbero a pagare 16 giorni  di lavoro part time a 20 ore settimanali; è vero che Tuscia inFormazione – Azione Work Experience è stato rinnovato, ma per consentire il rientro di quei 46 precari servirebbe un milione di euro (200mila per gli stipendi e 800mila per il progetto vero e proprio, che quindi dovrebbe essere completamente riformulato). Non più di proroga, quindi, si tratterebbe, ma di un’iniziativa ex novo. L’attuale normativa consente tutto questo?

Ma c’è un’aggiunta nient’affatto irrilevante: nel momento in cui la Provincia deve ridurre della metà i propri dipendenti come si potrebbe giustificare l’utilizzazione in sovrannumero di 46 lavoratori? Una evidente contraddizione che potrebbe essere oggetto di contestazioni d’ogni genere. Questa, purtroppo, è la situazione. Che non dipende né dagli amministratori (provinciali e regionali), né dai vari responsabili dei servizi: è  la legge a stabilirlo. Ora la speranza è legata all’accoglimento degli emendamenti proposti dall’Upi: se passassero, si aprirebbe qualche spiraglio. Con il dovere di ricordare anche che cosa è recentemente successo con l’Imu agricola: nonostante gli sforzi comuni di opposizione e di diversi componenti della maggioranza, gli emendamenti sono stati cancellati e il provvedimento è diventato legge. Questo per dire che l’aria che tira è tutt’altro che propensa a concessioni di qualsiasi genere.

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