03052024Headline:

Il gruppo Ro. Ri. licenzia 34 dipendenti

Non concessa l'autorizzazione per 146 posti letto privati nella struttura di Viterbo

La Casa di Cura Nepi dove sono previsti 23 licenziamenti

La Casa di Cura Nepi dove sono previsti 23 licenziamenti

Niente da fare. Caduto nel vuoto anche l’ultimo appello dei sindacati, ecco arrivare puntualissima la comunicazione che tutti temevano: il Gruppo Ro.Ri (che gestisce la Casa di cura Nepi e la Casa di cura Nuova Santa Teresa di Viterbo) avvia la procedura di licenziamento per 34 dipendenti (23 a Nepi, 11 a Viterbo) delle due strutture sanitarie.

Breve riassunto della puntata precedente. Una decina di giorni fa, i tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil (Antonella Ambrosino, Mario Malerba e Lamberto Mecorio) annunciarono che il 9 giugno sarebbe scaduta la cassa integrazione straordinaria per 29 dipendenti del gruppo e che, in mancanza di novità, sarebbero scattate le procedure di licenziamento.Come è avvenuto con la comunicazione di ieri. Eppure l’azienda ha fatto richiesta alla Regione per 146 posti letto (24 dei quali già autorizzati) per la clinica sulla Tuscanese: tutti privati, quindi a pagamento e quindi senza costi per la Regione. Dalla Pisana però è arrivato un secco no perché mancano alcune strutture accessorie (per esempio le incubatrici per il reparto maternità). Obiezione fondata, alla quale l’azienda ha risposto di essere disposta a completare i reparti a patto di avere la certezza delle autorizzazioni. Altrimenti avrebbe speso un mucchio di soldi, forse inutilmente. La soluzione? Un’autorizzazione condizionata: diciamo sì oggi e ci riserviamo l’ok definitivo dopo aver verificato che tutte le prescrizioni siano state ottemperate. Tutto questo non è avvenuto e anche i consiglieri regionali della Tuscia, pure direttamente sollecitati dai sindacalisti sono rimasti silenti (come spesso accade quando la faccenda si fa complicata). L’autorizzazione a quei 146 posti letto privati avrebbe, peraltro, consentito non solo il rientro il servizio dei 29 lavoratori in cassa integrazione straordinaria, ma probabilmente anche nuove assunzioni in futuro.

Dunque, lo scenario peggiore si è materializzato con 34 licenziamenti sui 170 dipendenti complessivi (dei quali 164 a tempo indeterminato). Individuate dall’azienda anche le figure professionali che saranno mandate a casa.

CASA DI CURA NEPI (23 unità):

3 ausiliari addetti all’assistenza Rsa; 4 addetti alla riabilitazione Rsa; 2 ausiliari addetti all’assistenza Hospice; 1 addetto alla riabilitazione FKT ambulatoriale; 1 servizio manutenzione; 2 impiegati servizio acquisti e logistica; 1 autista servizio acquisti e logistica; 1 medico ex riabilitazione; 1 tecnico laboratorio analisi; 1 accettazione/centralino; 4 portineria; 2 amministrazione

CASA DI CURA NUOVA SANTA TERESA (11 unità)

2 ausiliari addetti all’assistenza; 1 caposala medicina generale; 1 accettazione/centralino; 1 coordinatore servizio pulizia; 1 accettazione ricoveri; 1 autista servizio acquisti e logistica; 1 servizio manutenzione; 3 portineria

La Casa di cura Nuova Santa Teresa di Viterbo

La Casa di cura Nuova Santa Teresa di Viterbo: previsti 11 licenziamenti

Nella comunicazione alle organizzazioni sindacali, l’amministratore unico del Gruppo Ro.Ri. Fabio Angelucci spiega anche i mancati introiti dell’ultimo quinquennio, che sono dovuti per la Casa di cura Nepi a: revoca dell’accreditamento regionale per le attività di riabilitazione post-acuzie per 40 posti letto riabilitazione motoria e 25 day hospital (-6 milioni di euro); riconversione dell’attività di lungodegenza post-acuzie con soppressione di 40 posti letto e attivazione di 6 posti letto Hospice (-700mila euro); riduzione del 40% delle tariffe Hospice domiciliare (-3 milioni di euro). Per quanto riguarda Viterbo, riconversione per l’attività di acuzie con riduzione da 46 posti letto di medicina e geriatria a 24 posti letto di medicina generale e mancato rilascio, sin dal 2009, dell’autorizzazione all’esercizio per le nuove attività sanitarie private. “Inoltre – scrive Angelucci – l’Azienda vanta ancora crediti insoluti verso la Asl di Viterbo per circa 6 milioni di euro, per prestazioni rese fino al 2009, per i quali non si è riusciti ad ottenere la liquidazione e per i quali sono pendenti giudizi presso il tribunale civile di Roma”.

Detto tutto questo, il Gruppo Ro. Ri. ritiene necessari i 34 licenziamenti, attivando le procedure previste dalla legge che parlano di una conclusione della vicenda entro 120 giorni. Basterà questo tempo per cercare di porre rimedio alla situazione? E’ la speranza di tutti.

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