05052024Headline:

Con Camilli per tornare a vincere

Il Comandante ci ha ripensato, e adesso la Viterbese può sognare

Il saluto della squadra dopo l'ultima gara stagionale contro il Taranto

Il saluto della squadra dopo l’ultima gara stagionale contro il Taranto

Signori, abbiamo scherzato! E allora via, che si ricominci da dove tutto si era interrotto. Alla Viterbo calcistica non accadrà quello che è accaduto a Grosseto perché la famiglia Camilli, al di là di un momento di scoramento dovuto a molteplici fattori anche extra sportivi, non solo non ha intenzione di lasciare, ma anzi raddoppierà pure, e lo farà come di consueto con tutti i crismi. A partire dall’iscrizione della Viterbese al campionato di serie D, da ultimare tra oggi e domani senza scossoni. Niente scomparsa della Viterbese, niente perdita del titolo, dunque: si va avanti coi Camilli, con buona pace di tutti, anche della parte più intransigente del tifo (che non ha gradito certe uscite camilliane ma con cui ci sarà modo di appianare le divergenze più avanti) per una D sicuramente improntata alla vittoria del campionato.

Ha cambiato idea, il Comandante, e da una sbandierata volontà di uscire di scena da Viterbo in maniera poco in linea col suo credo sempre vincente si è passati in un paio di giorni ad un ritrovato slancio filo gialloblu. Merito anche delle diplomazie, che hanno lavorato bene, e della mediazione del sindaco Michelini, che non solo ha saldato al patron gialloblu una fattura in effetti tirata troppo per le lunghe, ma ha evidentemente anche rassicurato il collega di Grotte sui lavori al Rocchi e su quelli per i campi di allenamento. Cosa che, come Viterbopost aveva già avuto modo di sottolineare giorni fa, al Comandante aveva fatto piacere eccome. In realtà il vero perché di questo repentino dietrofront probabilmente non lo capiremo mai, ma un’ipotesi la possiamo comunque avanzare. Camilli è viterbese. Della provincia, ok, ma comunque figlio della terra di Tuscia. Si è imbarcato due anni fa in questa avventura sportiva con grandi progetti, ad oggi non ancora realizzati: lasciare senza aver raggiunto un obiettivo importante per Piero Camilli sarebbe stata una sconfitta. E, si sa, a lui non piace perdere.

Se, invece, i Camilli non ci avessero ripensato, come invece è accaduto, scommettendo ancora sulla baracca gialloblu, se fosse andata diversamente, la sua non sarebbe stata forse una Viterbese da sogno, di quelle che ammazzano il campionato. Avrebbe magari vivacchiato con l’aiuto di qualche noto procuratore volpone e con l’impiego di tanti giovani del vivaio in prima squadra. Ma, indipendentemente da tutto, a Mario Corinti, presidente del settore giovanile della Viterbese e fino ad oggi unico imprenditore in contatto con il patron di Grotte di Castro con l’intento di garantire comunque la sopravvivenza al club della Palazzina, va il ringraziamento del popolo gialloblu. Perché, seppur con prospettive decisamente ridimensionate, gli va dato atto di essere stato l’unico ad impegnarsi per rilevare la Beneamata. Grazie, dunque, a Mario Corinti per le buone intenzioni, ma a Viterbo il futuro del calcio sarà ancora nel segno della famiglia Camilli.

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