05052024Headline:

“Termalismo, il Comune si merita un 3”

"Amianto al distretto ceramico, va fatta chiarezza: aziende e lavoratori sono parte lesa"

Giuseppe Crea, direttore di Federlazio Viterbo

Giuseppe Crea, direttore di Federlazio Viterbo

“Sul termalismo l’attuale amministrazione ha fatto davvero poco. Il voto? In una scala da 1 a 10, la mia personale opinione è che non meriti più di 3”. Parole e musica di Giuseppe Crea, direttore di Federlazio Viterbo, che sul tema specifico ha da tempo intrapreso una battaglia, i cui esiti sono tutt’altro che definiti e i cui frutti ancora lontanissimi dal poter essere colti. “Lo dico con sincerità e senza mezzi termini: sono deluso, anzi siamo delusi come associazione e come imprenditori. Abbiamo chiesto da mesi l’istituzione di un tavolo di concertazione nel quale possano sedere i rappresentanti delle imprese che operano nel settore, le associazioni datoriali, i sindacati, ovviamente le istituzioni, cioè il Comune e la Regione. Finora le risposte sono state inesistenti. Sbaglio o il termalismo era uno dei cardini del programma elettorale dell’amministrazione Michelini? In due anni, si è fatto poco, anzi niente. L’assessore Delli Iaconi usa metodi ottocenteschi per affrontare il problema; si preoccupa di tamponare l’esistente, ma non si riesce a vedere uno straccio di programmazione: mette una pezza qui e l’altra là con interventi estemporanei, parla con quell’operatore e poi con l’altro e si va avanti così all’insegna del giorno del giorno”.

Un attacco in piena regola che nasce da una domanda formulata da tempo immemorabile, che Crea ripete come un mantra: “Qual è l’acqua termale realmente disponibile? Non si sa, nonostante sia questa l’unica base reale e concreta sulla quale poter intavolare un qualunque tipo di discorso e, di conseguenza, una seria politica di investimenti da parte del pubblico e del privato. Ci sono tre problemi sul tappeto: la situazione degli attuali due operatori, i pozzi abusivi e le concessioni a tempo. Sono vicende che si trascinano da anni e che si intersecano tra loro. Ecco perché vanno affrontate contestualmente in un’unica sede. Invece si è scelto di non intervenire se non per porre rimedio alle emergenze, ma così non si va da nessuna parte. Io credo invece che, siccome alla fine della consigliatura mancano tre anni, questo tempo sia sufficiente per intraprendere un discorso di seria programmazione. Invece di arrovellarsi su continui rimpasti di giunta e su consigli comunali convocati e saltati per mancanza di numero legale, penso che sia opportuno darsi un respiro più ampio e propositivo. A cominciare dallo scandalo degli attingimenti abusivi: ma vi pare che si possa irrigare un orto con acqua termale? A me sembra uno scandalo”.
Un altro tema sul quale Federlazio è particolarmente sensibile è la situazione del distretto ceramico di Civita Castellana in relazione all’eventuale presenza di amianto. “La premessa è che in questa vicenda – sostiene il direttore Crea – le aziende e i lavoratori sono parte lesa: chi ha sbagliato deve pagare. Aspettiamo con ansia i risultati delle analisi sui campioni di polveri prelevati a luglio. Intanto posso affermare con assoluta sicurezza che il feldspato ormai non viene più utilizzato e che, comunque, il cliente finale non corre alcun tipo di rischio perché dopo la cottura nei forni a temperature che superano i 1200° ogni possibile traccia di amianto viene cancellata. Le aziende del settore hanno ricevuto un danno grave che non meritavano: la situazione va chiarita al più presto perché questa botta rischia di vanificare gli sforzi compiuti nel campo dell’innovazione e dell’internazionalizzazione che hanno prodotto risultati importanti. E’ fondamentale che si arrivi in brevissimo tempo ad un chiarimento definitivo”.

Amianto al distretto ceramico: Federlazio chiede che si faccia subito chiarezza

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Infine l’edilizia, last but non least, come si suole dire. “Devo dire che l’assessore Saraconi aveva intrapreso (e gliene avevano dato pubblicamente merito) una strada interessante al momento del suo insediamento all’Urbanistica: un tavolo congiunto con imprese e ordini professionali per capire come intervenire sul governo del territorio. Un’iniziativa lodevole che si è misteriosamente arenata. La mia sensazione è cha quando si parla di urbanistica, si vada a toccare un nervo particolarmente sensibile. Oltre che interessi assai corposi. La mia opinione è che Viterbo per dimensioni e caratteristiche non abbia certamente bisogno di insediamenti enormi, ma piuttosto di un’edilizia di qualità. E naturalmente di interventi di ristrutturazione dell’esistente, con particolare riferimento alla riqualificazione del centro storico. Ho la sensazione che l’assessore Saraconi sia rimasta da sola e anche isolata sia nell’amministrazione comunale che nella burocrazia di Palazzo dei Priori. In sostanza lei vuole, ma non può… Ma anche in questo caso, ci sono 3 anni davanti per intervenire e per incidere. Sempre se c’è la volontà politica”.
“Il vero grande problema – conclude Giuseppe Crea – è che la ripresa sia ancora troppo debole: siamo ancora su livelli da prefisso telefonico. Eppure, nonostante tutto, ero e resto ottimista perché le potenzialità per cambiare e per migliorare ci sono. Basta semplicemente volerlo”.

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