06052024Headline:

Cameriere, una bottiglia di rosso e biologica

Vinitaly offre lo spunto per tornare a parlare di vini. In crescita solo il mercato bio

Vinitaly vista da fuori

Vinitaly vista da fuori

Questa non ce la beviamo, verrebbe da dire. Giacché si sta parlando di vino. E giacché Vinitaly, appena concluso, fornisce dei dati che vanno oltremodo discussi.
Ora, cifre e prospettive son nazionali. Ma ben si sposano col territorio nostrano. Più avanti comprenderemo anche perché. Partiamo invece proprio dai numeri.
Nel 2015 sono calate le vendite del brik, del “litro e mezzo” e dei “due litri”, dei contenitori in plastica. Si è registrato un buon aumento però nelle bottiglie a denominazione d’origine, nei bianchi fermi, nel frizzante e nel rosato. Ottima infine la cavalcata dello spumante, che tocca quasi +8 punti percentuali.
E queste prime considerazioni denotano una semplice cosa: si beve meno, ok. Lo si fa da una vita, in fin dei conti. Però si beve con maggiore attenzione. Non si tracanna solo per dimenticare. Ma, come poi funziona in altri comparti alimentari, si ricerca, si studia e si sperimenta.
Per dirla in due parole: si preferisce spendere per un prodotto che non deve essere necessariamente “eccellenza”, ma semplicemente buono.
“La maggioranza degli italiani compra il vino nei supermercati – spiegano gli addetti ai lavori – e le statistiche forniscono un quadro accurato su gusti e tendenze. Le più richieste sono le bottiglie a denominazione d’origine, i frizzanti, gli spumanti e il vino biologico”.
Ed eccoci al dunque. Il biologico. Che mal si sposa col supermercato. Ma che comunque, tra coloro i quali sono andati forte, spicca prepotentemente. La sua crescita di volume, a fronte del 2014, tocca 30 punti percentuali in più. “Rimane però una nicchia – sempre loro – da appena 2.5 milioni di bottiglie”.
E va bene, sarà pure una nicchia, ma almeno funziona.
Oltretutto non viene fatta una ulteriore distinzione, quella tra biologico, biodinamico e naturale. Altri mercati. Altri mondi. Altre crescite esponenziali. Questa volta completamente slegate dagli scaffali dei supermercati (ed ecco forse perché non se ne parla). E si preferisce, altra pessima prassi, approfondire l’export.

Cresce la formula dal produttore al consumatore

Cresce la formula dal produttore al consumatore

“Purtroppo la corretta promozione, qui e all’estero, ha ancora strada da fare”, dice il colosso Zonin. Dello stesso parere è Coop, attraverso il responsabile di settore, Francesco Scarelli. “La promozionalità va guidata, così invita a provare nuovi prodotti. Se i produttori ci vengono dietro rendendo parlante il prodotto, cercando magari di far crescere la qualità percepita degli scaffali dando alla gdo sempre più prodotti oggi destinati all’altro canale, e se i Consorzi di Tutela ci aiutano nel valorizzare e comunicare il territorio, il supermercato diventerà sempre più il luogo dove si svilupperà il mercato del vino del futuro”.
O forse semplicemente (ed eccoci al Viterbese), prima di far saltar un tappo, basterebbe di navigare un poco in rete. Di ricercare. Di cantine naturali e bio ce ne stanno tantissime. Che offrono ottimi prodotti a prezzi ragionevoli. Che si possono andare a visitare. Che ci mettono la faccia. E che non sposano logiche illogiche da bancone.

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