26042024Headline:

In quindici hanno condannato Luciano

Cimarello non viene confermato sindaco di Montefiascone per una manciata di voti

Una veduta del colle falisco

Una veduta del colle falisco

Per un punto, Martin perse la cappa. Per trenta voti invece, Luciano non perse la cappa, ma il colle. Quello falisco.
Seconda incredibile puntata (chi l’avrebbe mai detto che ci avrebbero risposto) del viaggio di Viterbopost tra color che hanno beccato. I sindaci uscenti della Tuscia. E per uscenti si intende forzatamente uscenti. Nel senso che hanno perso.
Ieri ha aperto le danze il buon Bengasi Battisti da Corchiano, con un’intervista strappa-lacrime stile Libro cuore. Oggi tocca invece a Luciano Cimarello, sponda Pd, che non è stato riconfermato a Montefiascone. Laddove la sua permanenza era data per (quasi) scontata. Prima di partire, però, rimarchiamo che ha vinto Massimo Paolini (pure a lui in bocca al lupo). Avanti.
Cimarello, insomma…
“Non ce lo aspettavamo”.
Si corre sempre per vincere.
“Già, ma una sorpresa così negativa non era prevista”.
Sono passati due giorni e poco più. Cosa vi frulla per la testa?
“I motivi della disfatta, intende?”.
Si, loro.
“Ci vorrà ancora del tempo”.
Nessun indizio?
“Siamo appena al principio dell’analisi”.
Certo è che…
“Che perdere per 30 voti è inspiegabile”.
Uno dice: almeno la disfatta è disfatta.
“Appunto. Qui invece sono solo 15 persone”.

Luciano Cimarello, ex sindaco di Montefiascone

Luciano Cimarello, ex sindaco di Montefiascone

In sostanza, tre famiglie modello.
“Già, Uno può analizzare quanto vuole”.
Ma non se ne esce.
“Triste, però esatto”.
La campagna com’era andata?
“Bene. Credo che siamo stati gli unici a parlare chiaro”.
Ossia?
“Siamo scesi in piazza”.
Come una volta.
“E abbiamo detto ciò che è stato fatto e ciò che si voleva fare”.
La prassi.
“Insomma”.
Si spieghi.
“Qualcuno l’ha messa sullo scontro pesante”.
Più contro voi che pro-loro.
“Preciso. I soliti attacchi urlati”.
Magari funzionano.
“Può darsi. Preferisco allora fare opposizione costruttiva”.
Non è nel suo stile inveire.
“No, assolutamente”.
Sfogliando la margherita comunque (il fiore, non il partito), ciò che salta all’occhio è il 5 Stelle.
“Hanno preso tanti voti”.
Strappati a chi?
“Credo più a noi che agli altri”.
E perché mai?
“Il voto di protesta si dà sempre contro chi governa”.
Ne è certo?
“Sì, in virtù delle molte schede senza preferenza”.
Ci sono poi le due liste “minori” da esaminare.
“Che comunque hanno drenato altre 1000 preferenze”.
Sarà mica che vi ha gabbati questo spezzettamento?
“Di certo non ci ha favoriti”.
Un altro dato, però, emerge in modo pesante.
“Quale?”.

La basilica di Santa Margherita a Montefiascone

La basilica di Santa Margherita a Montefiascone

La sua lista ha perso quasi 800 voti rispetto al 2011.
“Quasi 600 in realtà”.
Comunque parecchi.
“E perciò?”.
È una sconfitta del Pd? Di Cimarello? Di chi?
“Di nessuno e di tutti”.
Troppo facile.
“Cinque anni fa eravamo tre liste, questa volta cinque”.
Se la matematica non è un’opinione…
“Quei voti sono lì, dispersi”.
Che dire, buona opposizione.
“Grazie. Vigileremo sugli altri, che chiudano in fretta quanto di bello avevamo messo in cantiere”.

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