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Unioni civili, il sì mi ha emozionato…

Emanuela Dei: "Ho pensato a quelli sono morti senza vedersi riconosciuti i diritti"

unioni civili 4Massimo D’Azeglio diceva, nel lontano 1860, diceva: “Una volta fatta l’Italia, si dovevano fare gli italiani”. Questo ragionamento, per quanto riguarda la legge sulle unioni omosessuali, sembra attuale più che mai. Ci sono due entità da prendere in considerazione: gli etero e la popolazione LGBTQUI.

Quest’ultima, in lotta da trent’anni per il riconoscimento della sua esistenza si vede, finalmente, contemplata della legge Italiana. Una legge, che è un po’ più di niente, ne sentenzia l’esistenza. All’interno della comunità omosessuale c’è sempre prima di ogni legge il discorso identità e coraggio di essere omosessuali, lesbiche e trans. Con la vita di ogni giorno, con le relazioni familiari e amicali, si comunica all’altro che il diverso, in fondo, non è poi così distante da chiunque altro. Il lavoro della ricerca dell’identità individuale continua, poiché ci possono essere tutte le leggi del mondo a difendere e a dare diritti agli omosessuali, ma se questi non hanno il coraggio di vivere la loro vita, onestamente, secondo le loro inclinazioni, cosa vuoi cambiare all’interno della società? Inoltre, della nostra diversità ne abbiamo fatto sempre una bandiera, e ora, è alla “normalità” che si deve arrivare. Sembra quasi che per molti omosessuali il concetto matrimonio o “impegno” non sia mai stato contemplato. Eterni Peter Pan hanno sempre usato il non essere riconosciuti con un potente alibi. C’è poi tutta la vecchia generazione di omosessuali che nemmeno ci pensa a sposarsi, semplicemente perché non era e non è nella loro mentalità. Penso che il lavoro nella comunità debba continuare come sempre si è fatto: aiutare chi ha bisogno di cercare se stesso, in modo che possa avere il coraggio di essere se stesso e poi continuare una buona lotta al di fuori sia nel riconoscimento del matrimonio egualitario, figli e adozioni con il miglioramento e l’istituzione di altre leggi.

E il mondo etero? Come dissi alla senatrice Cirinnà, il potere è eterosessuale: maschilista e eterosessuale. La battaglia è dura. Alla domanda su come lo Stato si sarebbe impegnato per “sensibilizzare” l’opinione pubblica in modo da “fare gli italiani”, Cirinnà mi rispose, chiaramente, che lei più di aver fatto una legge non poteva. Certo avrebbe mandato qualche informativa ai vari sindaci e impiegati, ma più di questo no. Nessun aiuto da parte dello Stato o da parte dell’informazione. Lei non poteva fare nulla, come se il suo partito non avesse il controllo dei media di tutta Italia, ad eccezione di poche testate. Perché, diciamocelo chiaro, tra sanzioni da parte dell’Europa e conseguenti figure barbine, i tempi, per questo mozzicone di legge, erano maturi. È stata la comunità omosessuale a spingere sulla politica, sebbene tutti spezzettati.  Il guaio è che siamo stati costretti a chiedere ad altri per il riconoscimento dei nostri  diritti.  Già perché noi una forza politica fatta di omosessuali non abbiamo mai pensato di farla o di averla. Siamo talmente occupati a guardare ognuno il nostro orticello e a farci guerra che, alla fine, ci siamo dovuti  appoggiare a qualche partito che poi, inevitabilmente, ha strumentalizzato i nostri diritti.unioni civili

Quindi, da quel poco che ho capito, il lavoro è ancora tutto nostro. A mio parere, una grande rivoluzione avverrà in campo giuridico e fiscale perché ora i diritti acquisiti avranno anche una voce di spesa nelle casse dello Stato: reversibiltà, successioni, etc. Diciamo che molto si discuterà su questo piano e qui la comunità non dovrà lasciare che nulla sia taciuto o giocato al ribasso. Nella legge sulle unioni civili, al contrario di quello che canta Michielin, ci sono tutti i gradi di separazione possibili e non solo, sono persino riusciti a creare omosessuali e famiglie omosessuali, di serie A e B. In questo la comunità si è divisa come una mela. Ognuno, ancora, ha guardato il proprio giardino e ha cercato di felicitarsi dei diritti acquisiti lasciando fuori altre famiglie. Questo prima che omosessuale è proprio un modo di pensare italiano. Siamo italiani.

Per quanto mi riguarda, io, Emanuela Dei, mi sono emozionata all’approvazione della legge. Lo feci per le unioni di fatto nel Comune di Viterbo e l’ho sentito ancora di più per questa legge. Per chi combatte, vedere un risultato, dà felicità. Ho pensato, soprattutto, alla fortuna che avevo di vivere qui, ora e di avere una possibilità nel riconoscimento del mio amore. Ho pensato a chi è venuto prima di me ed è morto, senza nemmeno nominarlo quest’amore. Quello che mi dico e vi dico è: coraggio! Si va avanti cercando ancor più compattezza e tutela di tutti i componenti di questa comunità.

Emanuela Dei

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