26042024Headline:

Ecco la storia di 46 ex precari della Provincia

"Lavoriamo da almeno 10 anni e siamo stati presi in giro: restituiteci la nostra dignità"

Una protesta dei precari della Provincia

Una protesta dei precari della Provincia

Riceviamo e pubblichiamo dai 46 precari della Provincia di Viterbo:

Questa è la triste storia di un gruppo si persone che per anni (10/15) hanno prestato la loro attività lavorativa nell’Ente Provincia di Viterbo, acquistando professionalità e competenze specifiche e che ad oggi sono tutti disoccupati.

Ci presentiamo: siamo circa 46 persone, possiamo definirci gli “ex precari” della Provincia di Viterbo.

Abbiamo prestato il nostro servizio nell’Ente per circa 10/15 anni.

La nostra carriera professionale è stata segnata dalle più disparate tipologie contrattuali: alcuni di noi sono passati da contratti altamente qualificati, i così detti Co.Co.Co. e Co.Co.Pro., ad operatori con contratto di lavoro somministrato. Anche altre tipologie sono state utilizzate quali: prestazione occasionale, contratto di appalto di servizi, etc., da ultimo, ma non per importanza, il contratto a tempo determinato, la tipologia più ambita dai “precari” perché crea un legame diretto con l’Ente pubblico (dicasi Provincia di Viterbo).

Quest’ultimo stipulato con i vincitori di un regolare concorso: nel luglio 2013, l’amministrazione provinciale pubblicava un bando per una procedura selettiva pubblica per titoli e colloquio finalizzata alla predisposizione di una graduatoria di idonei a cui attingere per assunzioni a tempo determinato. Noi 46 ex dipendenti della Provincia di Viterbo, siamo tutti vincitori di un regolare concorso.

La nostra epopea ha avuto un brusco cambiamento dal 2012: da tale data abbiamo subito: una costante e progressiva riduzxione oraria, passando dalle 36 ore settimanali alle 30, scendendo poi alle 24, quindi alle 18 e per finire alle 12 ore settimanali (dicembre 2014) distribuite in 4 giorni lavorativi; interruzioni contrattuali di circa 30-50 giorni ogni volta, solo a titolo esemplificativo nel 2013 abbiamo lavorato per soli 6 mesi, nel 2014 per circa 7/8 mesi.

Ad ogni riduzione di orario e/o interruzione di contratto gli amministratori ci chiedevano uno sforzo e un sacrificio comune/collettivo necessario nel quadro generale volto a risolvere definitivamente il nostro problema. Tutto ciò non è avvenuto, ed infatti nonostante i nostri sacrifici sono tre mesi che siamo senza contratto.

Noi precari svolgiamo servizi essenziali ricoprendo mansioni amministrative e contabili fondamentali nell’Ente, come più volte sostenuto in determine e delibere dai nostri amministratori e dirigenti: per garantire la prosecuzione del nostro impiego per 3 mesi – ottobre/dicembre 2014 – è stato usato un progetto della formazione finanziato dal Fse (Fondo sociale europeo) ancora in essere. Tutti i 46 contratti sono stati pagati dal detto progetto.

Possiamo dire con certezza che la situazione si sarebbe potuta risolvere con la pianificazione organizzata di assunzioni, utilizzando un po’ di buon senso e serietà. Ovviamente è mancata la volontà da parte dei nostri amministratori.

Non vogliamo elemosine, chiediamo solamente che la nostra professionalità, la nostra dedizione al lavoro, la nostra disponibilità e flessibilità nel ricoprire le mansioni che svolgiamo da anni ci vengano riconosciute, soprattutto dopo aver vinto un regolare concorso pubblico.

Siamo esausti, disillusi, abbandonati dagli amministratori e dalle sigle sindacali, che hanno accettato con remissione ogni proposta politica.

Ci hanno esortato al silenzio ad ogni singola scadenza contrattuale, illudendoci che avrebbero risolto il problema.

Il gioco per loro è stato facile, puntando sul nostro bisogno e disagio ci hanno strumentalizzato a loro piacere: siamo padri e madri di famiglia, che cercano di sopravvivere a questa vergogna, con paura e rabbia.

La sede della Provincia

La sede della Provincia

In vari modi abbiamo manifestato, sempre in maniera dignitosa, il nostro disappunto: ma i presidi sotto la sede della Provincia, la revoca delle tessere ai sindacati a cui eravamo iscritti, le richieste di intervento al presidente della Provincia di Viterbo, al presidente della Regione Lazio, agli stessi sindacalisti locali ed ai giornali non sembrano aver sortito gli effetti desiderati.

Negli ultimi mesi i nostri rappresentati più volte si sono confrontati con le cariche politiche e amministrative locali, regionali e nazionali, lettere e articoli di giornale sono stati scritti, ma nessuno si è fatto carico della nostra “disgraziata situazione”.

Tutte le correnti politiche consultate si sono dichiarante incompetenti adducendo a scusante la classica motivazione tecnica (mancanza di fondi, sbarramenti normativi, crisi del sistema nazionale ect.) e respingendoci al mittente.

Vista la drammaticità della situazione vi chiediamo un intervento tempestivo, con la speranza che almeno voi, rendendo di dominio pubblico i fatti verificatesi negli ultimi anni, possiate restituirci la dignità che ogni lavoratore merita.

Con cordialità

I precari della Provincia di Viterbo

 

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