26042024Headline:

Crisi in Comune: “Panunzi? Era meglio Sposetti”

Priorius: "Tra lui e Fioroni è guerra, con Ugo un accordo si trovava sempre"

Leonardo Michelini e Beppe Fioroni

Leonardo Michelini e Beppe Fioroni

Sono passati appena sette mesi dall’ultima volta che Viterbopost ha dovuto scomodare il suo uomo in Comune, quel Priorius che tanti retroscena e tante analisi – tutte azzeccate – ha rivelato in passato. Oggi è toccato richiamarlo, perché la situazione a Palazzo è abbastanza incasinata. Con la crisi che dura ormai da un mese e con le manovre per il rimpasto che si protraggono tra cifre, ipotesi, nomi e cognomi senza che sia arrivata un’intesa. E Priorius, esponente della maggioranza coperto da pseudonimo, come al solito offre una visione lucidissima di uno scenario che la Siria è Disneyland, in confronto.

Priorius, quali sono le ultime?

“Il sindaco potrebbe chiudere per una giunta a sette. Ma anche per una giunta ad otto”.

Grazie. Questo lo sapevamo anche noi, sono le cose che scrivono (quasi) tutti in queste ore.

“Mi spiego: la giunta a sette è l’ipotesi più realistica. Quella ad otto sarebbe il desiderio di una parte specifica del Partito democratico”.

Quale parte?

“Quella panunzian-renziana, come l’avete ribattezzata voi. E scusate, ma secondo me è meglio chiamarla trina-romattamarice. Ah ah ah”.

Tonino Delli Iaconi e Leonardo Michelini

Tonino Delli Iaconi e Leonardo Michelini

Non rida.

“Perché vorrebbero una squadra ad otto? Per piazzare un altro dei loro, magari un altro esterno, al fianco di Alessandra Troncarelli e non toccando Delli Iaconi”.

Ma così non sarebbero sovrarappresentati?

“Loro dicono che nel gruppo sono maggioranza. E dunque hanno diritto a pesare. Senza contare che l’altra ala, quella popolare-fioroniana, può vantare due assessori tosti, Ricci e Ciambella e la delega da vicesindaco. Che per Fioroni è la linea del Piave: se si molla questa, si perde la guerra, e pure il Comune aggiungo io”.

Scusi, per capire meglio andiamo a prendere la bilancia a casa.

“Non serve. Piuttosto, credo che la giunta ad otto resti un sogno, per questi qui, benché nelle ultime ore siano ringalluzziti anche dai risultati del Pd alle regionali. C’è un motivo specifico per cui non è fattibile, secondo me”.

Dica.

“Perché sarebbe una smusata clamorosa per il sindaco. Lui, la settimana scorsa, ha detto che la squadra doveva essere a sette. Che quella era la sua giunta e se non c’era accordo si andava tutti a casa”.

La Troncarelli ha detto subito sì, non firmando la delega.

“Ecco. E la giunta è diventata a sei. Ora che facciamo, raddoppiamo ad otto? Non ce lo vedo proprio Leonardino che abbozza così”.

E allora?

“A sette si chiude, una mediazione tra le richieste della maggioranza del Pd e la ridotta fioroniana. Ma ecco che Delli Iaconi, dei quali i panunziani-renziani si fidano fino ad un certo punto, potrebbe lasciare il posto ad un altro esterno più d’area, diciamo”.

Dice che Michelini ce la farà?

“Si è messo di tigna. Trattare va bene, concedere pure, ma rompere gli equilibri no. E poi, secondo me, vede questo ciurlare nel manico della parte sinistra come un tentativo di condizionare politicamente la sua azione di governo”.

Il sindaco Leonardo Michelini con la vice Luisa Ciambella

Il sindaco Leonardo Michelini con la vice Luisa Ciambella

Perché, dall’altra parte non è Fioroni a condizionarlo?

“Sì, magari. Ma c’è sempre il paravento dei civici, del civismo, un ombrello buono per tutte le stagioni. E non solo a Viterbo, sia chiaro”.

Insomma, è sempre guerra tra Fioroni e Panunzi?

“Apprezzo che li abbia citati in ordine alfabetico, intanto. E poi sì, di brutto. Sa una cosa? Almeno quando c’era Sposetti, lui e Peppino litigavano, sì, ma poi si trovava sempre un accordo. Questi invece gli sono andati pure a toccare la Ciambella… Un sommo oltraggio”.

E’ intervenuta anche la segreteria regionale?

“Già, l’ottimo Melilli. Il rebus è proprio in quell’incontro di mercoledì scorso a Roma: chissà cosa si sono realmente detti Serra, Egidi e Calcagnini. Lei lo sa? Io no”.

Beppe Fioroni ed Enrico Panunzi

Beppe Fioroni ed Enrico Panunzi

Un’ultima cosa: la minoranza?

“Assiste basita. E secondo me anche un po’ moscia: fanno opposizione all’inglese, molto formale. Per esempio chiedendo la convocazione del consiglio per eleggere il nuovo presidente. Una cosa di prassi. Il mio amico Giulio Marini dice che hanno a cuore le sorti della città, e io gli credo, ma secondo me non sono pronti ad un eventuale piano B qualora cascasse la baracca”.

Resta la mozione di sfiducia di De Dominicis.

“Apprezzo il senso dell’umorismo. E questo mi sembra davvero raffinato, diciamo a Cinque Stelle”.

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