Oltre un’ora di colloquio, nell’ufficio della segretaria generale Francesca Vichi, lungo il corridoio di palazzo del Podestà. Oltre alla dottoressa, per il Comune c’era il dirigente del terzo settore Stefano Menghini e il delegato allo Sport Sergio Insogna. Dall’altra parte, il direttore generale Angelo Palmas e l’avvocato Michele Ranucci, i due professionisti che godono della massima fiducia presso Piero Camilli: d’altronde, la faccenda era delicata, anche se non complicata. Definire la convenzione per la gestione dello stadio Rocchi, quell’accordo che giace lì in sospeso da mesi, intruppato nel pantano della burocrazia e della politica, ad alimentare le paranoie dei tifosi (lo stadio è la loro casa e sempre lo sarà) e a complicare i programmi di una società, la Viterbese, che ha bisogno di certezze prima di tutto logistiche per progettare un futuro che vuole essere vincente.
L’unica domanda da fare è: questa convenzione maledetta, l’avete firmata? Un’ora è passata, si è sentito alzare la voce in un paio d’occasioni, al di là di quella porta, non per spiare certo, ma perché certi muri li fanno troppo fini. Poi, mentre lo stomaco brontola, ecco che escono. Gli emissari gialloblu dribblano via veloci manco fossero Pero Nullo: che stiano rispettando una qualche consegna di riservatezza oppure semplicemente hanno una fame da lupi e vogliono andare a mangiare? Insogna invece si ferma, sorride, racconta. Risponde.
Ancora: questa convenzione benedetta, l’avete firmata? “Non ancora. Lo faremo a breve – risponde il consigliere, che di calcio mastica essendo stato presidente del Pilastro e consigliere regionale della Figc – Un accordo di massima c’è, manca qualche passaggio tecnico ma posso dire che la prossima settimana potrebbe essere decisiva e definitiva, con la firma e una conferenza stampa congiunta”. Camilli e Michelini allo stesso tavolo: uau.
Sì, l’accordo arriverà. La convenzione in sé non è un ostacolo, non lo è mai stato: la stessa Viterbese ha contribuito – attraverso i suoi professionisti – a scriverla insieme ai tecnici comunali in tutte le sfaccettature. Durata biennale, palazzo dei Priori che cura e paga la manutenzione ordinaria e quella straordinaria, e rifonde alla società i soldi già spesi in questi mesi. Si tratta di ventiremila euro, il costo sostenuto da Camilli per mettere una pezza – per questo poteva fare – ai danni derivati dall’incuria, dall’anarchia e dall’insolvenza di chi c’era prima, allo stadio (già, chi?) e in Comune (già, chi?). E perciò: la cura del campo con manodopera, mezzi e materiali, le pulizie, il gruppo elettrogeno in occasione della partita di presentazione, lo scorso settembre, quando si temeva che i riflettori potessero saltare da un momento all’altro. Cose così: quotidiane ed essenziali.
Ma allora, se l’accordo c’è o comuque non è un problema, perché Camilli, appena dieci giorni fa, convocò una conferenza stampa dai toni perentori e terribili? Perché il Comandante arrivò a minacciare di essere pronto a lasciare Viterbo? Il retroscena è gustoso, e risale al giorno precedente a quel sabato 8 marzo. Allora i giocatori, al rientro dall’allenamento, non trovarono l’acqua calda per farsi la doccia. Uno scandalo, visto che ormai l’acqua calda ce l’hanno anche i campetti dell’oratorio. Allora fu lo stesso Comandante a chiamare il sindaco per chiedere un intervento alla caldaia, cioè in fondo che il Comune si prendesse le sue responsabilità. Non ottenne risposta (“Chiamata persa”), e giustamente sbroccò. Anche se poi da palazzo dei Priori si misero subito in azione per convocare la società e firmare questa maledetta convenzione.
Ora manca soltanto un ultimo passaggio, che come insegnano i rifinitori è quello più importante per fare gol: che il Comune invii entro pochi giorni (questa settimana) un suo geometra per la perizia sugli interventi già fatti e quelli da fare all’impianto. Solo allora si potrà assistere alla firma: la Viterbese avrà il suo stadio, i tifosi avranno la loro casa, l’amministrazione avrà fatto la scelta più logica. Con la promessa di rivederci a maggio, al Rocchi, magari per festeggiare qualcosa d’importante. Consiglio: mettevi già d’accordo su chi porta la porchetta.
Convenzione dello stadio in dirittura d’arrivo
di Andrea Arena
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