05052024Headline:

Chi paga i buffi della sottocultura viterbese?

asso culturali (2)Mia nonna, e volendo pure la compianta mamma del badante Silvio Berlusconi, da sempre sostengono una teoria. Semplice ma efficace. Il passo si fa in base alla lunghezza della gamba. Ecco. Con spirito esattamente opposto a quello appena descritto, un buon numero di associazioni culturali viterbesi ha riempito il cartellone estivo (2013) di spettacoli, convegni, dibattiti, mostre, svioloncellate e chi più ne ha più ne metta. A distanza di un anno il Comune ha poi distribuito i fondi per coprire tutto ciò. Spendendo una cifretta mica da ridere. Ma soprattutto non accontentando nessuno. Poiché si era parlato di ics, invece è stato concesso ipsilon. Risultato? Chi sta meglio c’ha diversi buffi. Chi sta peggio non sa proprio come coprirli.

Arriviamo quindi al pubblico processo di piazza svoltosi ieri. Voluto dalle suddette entità. Mirato a sputtanare (gergo tecnico) l’operato dell’amministrazione Leo Michelini. “Abbiamo preso accordi con Barelli – viene detto – lo stesso ex assessore non li ha mantenuti”. Bene. Ma cosa si legge in tali accordi? Nulla. Poiché la nuova moda è quella vecchia. Ossia di stringersi le mani tra galantuomini, sulla base di un avviso e non di un bando, senza firmare manco un pezzo di carta. E ora che Barelli non c’è più? Che al suo posto siede l’ignaro Delli Iaconi? Come si sistema la frittata? Tanto per rendere l’idea, la cifra si aggira sui 70 mila euro. “Chiediamo chiarezza – proseguono – e finché non ci sarà non ci fermiamo. Blocchiamo le iniziative. Non solo, faremo ricorso al Tar”. In bocca al lupo. A loro per il ricorso. A noi per i futuri mesi caldi. Nei quali, da regolamento proprio del tribunale, da palazzo dei Priori non si potrà cacciare una lira, se non dopo la chiusura del caos (non è un refuso).

Ora, per chiarezza, vediamo di cosa si tratta. L’Arci chiede il riconoscimento di Energie popolari. Tetraedro reclama il malloppo per le performance itineranti. I Funamboli mettono punti interrogativi. A Ludika non viene coperto l’affitto della sede. Ventunesimo secolo ha un’orchestra dal portafogli vuoto. ImaginAction aspetta i piccioli da girare ad una band “importantissima”. Tuscia eventi riflette su ciò che sarà. Maninalto ha chiuso nel 2012 e quindi spara pure su Marini (presente). Take off ricorda che la Siae è una mazzata incredibile. A Moto perpetuo hanno perso anche la pratica. La Pro Loco non ha messo in piedi nulla, pioveva quel giorno, ma non si sa perché rientra nella distribuzione dei pani e dei pesci (in faccia).

A questo punto alcune domande sorgono spontanee: era il caso di fare tutto questo senza alcuna sicurezza economica? Semplicemente avendo strappato un nì dal compianto Giacomino da Viva Viterbo? E ancora: fuori da questa provincia, sopravviverebbero così tante realtà associative? È errata la modalità o proprio il concetto di base? Caffeina è ormai un nemico da dentro o fuori? Che qualcuno illumini il cittadino qualunque. Please.

Ah, piuttosto. C’era anche Lucio Matteucci, di Viterbo Civica. E alla fine della conferenza non ha pulito l’area. Cominciamo a marcare male.

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