05052024Headline:

A Sutri un matrimonio ministeriale

Dario Franceschini e Michela Di Biase

Dario Franceschini e Michela Di Biase

Prima la notizia, poi il cazzeggio. Oggi, nella splendida cornice di Sutri, ridente borgo della Tuscia lungo la via Francigena, il ministro Dario Franceschini (56 anni, da Ferrara) e la compagna Michela Di Biase (34, da Roma) convoleranno a giuste nozze. Il titolare del dicastero dei Beni artistici e cultrali, già sposato in passato con Silvia, e la signora, che oggi è presidente della commissione Cultura di Roma capitale, si frequentano dal 2010. Hanno scelto Sutri perché è un luogo incantevole, dove tra l’altro ha una casa un altro esponente del Partito democratico, l’europarlamentare David Sassoli. Top secret la lista degli invitati (chissà se ci sarà l’ex ministro viterbese Giuseppe Fioroni, che di Franceschini è amico), ma si parla di una cerimonia sobria.
E adesso, il cazzeggio. Franceschini torna oggi in provincia di Viterbo a distanza di qualche mese dalla sua visita istituzionale (il 28 maggio scorso). Sicuramente torna per uno scopo più piacevole – per il suo matrimonio – rispetto a quello che gli toccò la prima volta. Allora gli furono mostrate le infinite bellezze della città dei papi, i suoi tesori, e lo si sollecitò affinché potesse contribuire alla loro tutela e salvaguardia, come da mission del suo ministero. Franceschini ascoltò con interesse tutte le spiegazioni, non i lasciò andare a promesse clamorose (e di solito sempre disattese nei fatti, dai politici) e salutò. Qualche tempo dopo, comunque, firmò un doppio finanziamento per garantire l’apertura nei giorni festivi di Villa Lante e per rimettere a posto il tetto del monastero delle clarisse di Santa Rosa: 550mila euro, che non sono brustolini.
E però, è storia recente, il ministro ha anche avallato quella famigerata riforma delle sovrintendenze che prevede, tra le altre cose, la cancellazione di quella per gli Etruschi. Con grande scazzo dei viterbesi tutti, di città e di provincia, e successivi appelli accorati allo stesso Franceschini. Chissà che oggi, nel momento del fatidico sì, in quel frangente così intimo e riflessivo, in cui si fanno i conti con la vita, il ministro Dario non si metta una mano sul cuore e una sulla coscienza. E che magari non ci ripensi, ripristinando la sovrintendenza. Sperare non costa nulla. Nell’attesa, evviva gli sposi.

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