05052024Headline:

Il dopo Michelini: un gioco per l’estate

Scenari e nomi per un ipotetica successione anticipata

Foto di gruppo per la nuova giunta comunale

Foto di gruppo per la nuova giunta comunale

Visto che la situazione drammatica non ispira tanto ottimismo, e visto che il (modestissimo) compito di Viterbopost, oltre ad approfondire, (tentare di) spiegare, raccontare le cose, dovrebbe anche essere quello di “intrattenere”, proviamo a fare un bel giochino. Tipo: se per qualsiasi motivo l’amministrazione Michelini dovesse cadere, cosa succederebbe dopo? Ora, fermo restando che il sindaco e i suoi potranno dedicarsi nel frattempo a tutti i rituali scaramantici del caso, proviamo a giocare.

Il sindaco Leonardo Michelini con la vice Luisa Ciambella

Il sindaco Leonardo Michelini con la vice Luisa Ciambella

Centrosinistra. Se cade l’attuale giunta, vuol dire che qualcosa non ha funzionato: elementare Watson (voto 6). E dunque che la formula che due anni fa portò alla vittoria delle elezioni comunali aveva già qualche difetto di fabbrica, seppure messa a punto da uno stratega d’eccezione come l’ex ministro Fioroni. Qualche falla che, col tempo e con la paja, s’è maturata e ingrandita. Il triciclo Pd, civici e Sel è via via diventato un tandem (voto 2) e alla lunga a pedalare in due ci si stanca. Specie se uno viene dalla tradizione di un grande partito (perché questo è il Pd, almeno a livello nazionale) e l’altro invece arriva, in un modo o nell’altro, dalle tradizioni del centrodestra. L’unità d’intenti non ha funzionato per governare la città e non potrà essere riproposta una seconda volta al gradimento dei viterbesi. Si rischia la figuraccia, o la perdita di credibilità. Insomma: un Michelini bis è impossibile (forse anche per espresso desiderio dello stesso Leonardo, voto 6 di solidarietà). Dovranno inventarsi qualche altra cosa. Il problema è: che cosa? Puntare sulle quote rosa alla Ciambella, che in fondo ha le qualità – e si sta facendo esperienza – per indossare la fascia tricolore su uno dei suoi tailleur? Sparigliare tutto e scegliere un giovane slegato dalle logiche di partito, per esempio Marco Ciorba? O un altro giovane che nel partito si è fatto le ossa (Troncarelli, Scorsi, Minchella e via dicendo)? Se fossimo nell’attuale maggioranza, e nei partiti che la alimentano, inizieremmo a porci il problema. Non si sa mai.

Santucci e Marini

Santucci e Marini

E il centrodestra? Qui la questione è diversa. Intanto perché sono già passati due anni dalla sconfitta: gli errori commessi nella ricandidatura di Marini (poi battuto al ballottaggio) e la percezione di quella sua amministrazione sono stati mitigati dal tempo, e magari anche dalla performance di chi è arrivato dopo. E’ un jolly che ci si può giocare con fiducia. Il problema, semmai, è l’hombre (o la mujer) da candidare. Con una certezza: se due anni fa nessuno voleva presentarsi, tant’è che Giulietto fu quasi costretto a ripresentarsi, stavolta potrebbe esserci la fila. Da Santucci – che in aula tutto sommato è quello che fa l’opposizione più tenace e argomentata – a quegli esterni ora impegnati in altri scenari, e qui è facile pensare a Francesco Battistoni, a Mauro Rotelli, a Daniele Sabatini. Tutti nomi che potrebbero finire nel calderone. I dubbi, semmai, stanno a monte, cioè nell’effettiva consistenza dei partiti. Forza Italia è spaccata (si veda la recente gazzarra per le provinciali) e a livello nazionale il suo futuro è incerto. Fratelli d’Italia è forte qui e solo qui. C’è il fenomeno Lega, o forse è una moda (voto 5). Insomma, le alleanze sono tutte da scrivere. Soluzioni? Primarie e grande coalizione civica per riprendersi Viterbo. Copiando, in buona sostanza, la formula che aveva portato Michelini alla clamorosa vittoria. E non è escluso che qualcuno che oggi stia in maggioranza non si ritrovi in maggioranza anche domani, con un altro sindaco e con altri colleghi. Per la serie: viva il trasformismo, voto 1.5.

Un’ultima considerazione sul Movimento Cinque Stelle. Che a Viterbo offre una versione moderata (di provincia?) del fenomeno sguaiato e provocatorio che spesso affiora in altre parti d’Italia. Due anni fa riuscirono ad eleggere un solo consigliere in aula, quel Gianluca De Dominicis che è persona seria. Se si andasse a votare a breve, al netto dei loro meccanismi di scelta dei candidati, i grillini potrebbero intercettare anche maggiori consensi. Merito del loro impegno, certo, ma anche “merito” dei fallimenti e degli scandali che hanno investito chi governa. Si chiama voto di protesta, l’ultima fermata prima di quel capolinea che si chiama astensione. O se volete indifferenza, voto 5.5.

Policy per la pubblicazione dei commenti

Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.
Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it

Pubblica un commento

Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Portale realizzato da