C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico. O meglio, ci sarà domenica prossima quando al “Rocchi” arriverà il Taranto, che se la vedrà con la Viterbese in un nuovo turno della fase nazionale dei play off di serie D. Come domenica scorsa, quando i gialloblu hanno battuto il Poggibonsi grazie ai gol di Giannone e Pero Nullo (ovazione per i due talenti al servizio di Gregori, sempre utilizzato il primo, messo in campo troppo poco il secondo), anche il 7 giugno sarà partita secca, da dentro o fuori. Ma soprattutto sarà una partita dal sapore epico, di quelle che ti ricordi anche dopo anni indipendentemente dal risultato.
Taranto è, infatti, l’accoppiamento in cui la tifoseria gialloblu sperava. E non tanto perché la città pugliese sia stata la capitale della Magna Grecia, culla della filosofia e della democrazia in Italia (ah, la democrazia!), di cui non frega più niente a nessuno, quanto perché gialloblu e rossoblu sono due nobili decadute che si rincontrano dopo tanto tempo; perché la tifoseria tarantina è tra le più imponenti e calde d’Italia e fa la differenza anche in categorie inferiori; perché quello di domenica prossima sarà un match d’altri tempi che evoca i fasti della mai tanto compianta serie C in cui entrambe le contendenti aspirano a tornare. L’ultima volta, circa una decina d’anni fa, il confronto coi pugliesi lo decise un gol in tuffo dell’allora viterbese Daniele Bordacconi. Il 7 giugno chissà chi metterà il sigillo finale…
Dal centro pugliese i supporters hanno chiesto la disponibilità per l’intero settore ospiti del “Rocchi”, che tiene 2000 persone, ma pare che i tagliandi per la curva sud della Palazzina – che forse per la prima volta avremo l’occasione di vedere piena, speriamo – saranno non più di 1500. Organi di sicurezza in massima allerta, dato che a quanto pare i tarantini, se non troveranno tagliandi per la curva, potrebbero anche assistere alla gara dalla tribuna centrale, salvo decisioni dall’alto in merito alla vendita dei biglietti in quel settore limitatamente ai residenti nel Lazio. E sui social il fermento è già cominciato domenica sera, dato che l’accoppiamento dei leoni di casa coi delfini rossoblu era dato da più parti per scontato già prima dell’ufficializzazione di lunedì.
L’euforia e l’emozione per un match tanto atteso potrebbero anche fornire l’occasione per ritrovarsi tutti d’un sentimento, superando l’era glaciale calata sui rapporti tra la società di via della Palazzina targata famiglia Camilli e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Leonardo Michelini. Un gelo a cui per una volta si potrebbe applicare l’effetto serra (non nel senso di Francesco, seppur grande tifoso gialloblu, che hai visto mai al primo cittadino vengano gli incubi anche allo stadio, oltre che a Palazzo dei Priori!) se veramente si vuole puntare a costruire qualcosa di finalmente serio per la Viterbo sportiva. Perché a Viterbo, parliamoci chiaro, il calcio senza Camilli non esiste: il resto è solo immondizia, e pure maleodorante.
Ma senza la collaborazione del Comune, i Camilli hanno per certi versi le mani legate: se si presentasse domanda di ripescaggio e questa venisse respinta per i noti problemi che ha lo stadio viterbese, allora la responsabilità non sarebbe certo della società gialloblu. E allora il Comandante e i suoi potrebbero decidere di dar corso seriamente a quel “me ne vado”, ripetuto come un mantra, che vuoi o non vuoi agita i sonni dei tifosi locali. Insomma, ‘sta guerra fredda ha da fini’: il Comune faccia il suo e basta al gioco delle parti. Le diplomazie sono al lavoro per questo obiettivo, con l’avvocato Ranucci in prima linea a giocare una partita cruciale tanto quanto quella contro il Taranto.