05052024Headline:

”Acqua, continuare a dare soldi a Talete non serve a risolvere i problemi”

''Il problema va risolto a monte''

”Il problema va risolto a monte, applicando la legge regionale che prevede l’istituzione dei bacini idrografici, più vicini alle comunità locali, e non, come si vuole continuare a fare, affidando soldi pubblici a una società per azioni che in tutti questi anni, vista la situazione in cui ci troviamo oggi, ha dimostrato di essere inefficiente”.

Se qualcuno immaginava che il comitato ”Noi non ce la beviamo” avesse esultato alla notizia che la Regione ha stanziato 3 milioni di euro per l’ammodernamento della rete idrica della provincia di Viterbo, si è sbagliato di grosso. ”Per cosa dovremmo esultare? Bene che queste risorse ci siano, ma che senso ha stanziare soldi dei cittadini senza un progetto, senza alcuna programmazione?”, si domanda Paola Celletti. Un dubbio condiviso anche da alcuni amministratori, come il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi, che, alle dichiarazioni del presidente della Provincia Nocchi in merito alla necessità che l’acqua venga fatta pagare per investire con quei soldi in interventi contro la dispersione della rete idrica, ha replicato: ”Premesso che non mi sembra che l’acqua venga fornita gratis, Nocchi ci deve far vedere i progetti per questi investimenti. La verità è che non c’è niente di niente”.

”Siamo davanti all’ennesimo annuncio spot – prosegue Celletti – come indorare la pillola in una situazione di crisi. Se la Regione vuole risolvere il problema – ribadisce categorica – applichi la Legge 5/2014 e restituisca alle comunità la gestione del servizio idrico”.

A dare l’annuncio dello stanziamento economico è stato nei giorni scorsi il consigliere regionale Enrico Panunzi: 35 i milioni per investimenti messi in campo dalla Regione, di cui tre, come detto, destinati all’Ato1, quello di Viterbo e dei paesi della provincia.

”Dei tre milioni di euro, una parte, 600mila euro, arriveranno direttamente dalla tariffa del servizio idrico integrato. Insomma, direttamente dalle tasche dei cittadini, che in questi anni si sono trovati a pagare di anno in anno bollette sempre più care senza però che a un aumento dei costi corrispondesse un miglioramento appena tangibile della qualità del servizio”, prosegue l’attivista. ”Non si possono continuare a spendere soldi dei cittadini in questa maniera – conclude Celletti -. Da tempo abbiamo chiesto alla Regione un incontro per spiegare i problemi che ci sono sul tavolo e come andrebbero risolti, ma non ci hanno mai voluto ricevere o ascoltare”.

Intanto, fanno sapere dal Comitato, prosegue la raccolta firme del comitato per chiedere la ripublicizzazione dell’acqua. Oltre 12mila le firme raccolte fino ad oggi. Coinvolti adesso nuovi comuni. La battaglia va avanti.

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