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2002: Annus horribilis per l’agricoltura nella Tuscia

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo, 6-11-22 –

Non è quest’anno la solita “lamentela” degli agricoltori mai contenti dei loro raccolti, dei prezzi a loro imposti e male pagati, dei costi di produzione, però, mai come ora, purtroppo, lamentarsi è atteggiamento vero e reale.

L’annata agraria che si chiude come d’uso il giorno 11 novembre, porta per gli agricoltori viterbesi un bilancio in perdita.

L’annuncio della guerra in Ucraina ha fatto scattare i prezzi dei fertilizzanti, peraltro già in tensione da mesi precedenti, il costo dei carburanti agevolati è aumentato del 50% in contemporanea con il calo del beneficio concesso, ma soprattutto, il resto l’ha fatto l’impazzimento climatico.

Primavera asciutta non ha favorito la produzione cerealicola, ma non solo, è mancata una corretta fioritura dell’olivo del nocciolo che ha necessitato tanta irrigazione, cosi come la semina e la nascita del mais.

Ma, mentre nel mese di luglio l’irrigazione è attività necessaria, quindi prevista e prevedibile, non altrettanto lo è dopo la metà di agosto. Ancora oggi, quest’anno, ci sono ancoraci sono coltivazioni che la necessita. L’estate torrida durata fino qualche giorno fa ha dato il colpo di grazia ai raccolti autunnali: vite, nocciolo, castagno, noce ed anche in parte all’olivo.. Produzione coricolicola ridotta per quantità (frutti piccoli) ed altrettanto poi quella vinicola solo premiata da buona qualità.

L’avvio della campagna raccolte delle olive da olio è altalenante nei risultati. In alcune zone della provincia la produzione appare normale, in altre insufficiente, ma su tutti gli ovilivicoltori incombono i costi enormi di molitura e difficoltà raccolta per mancanza di personale utile per le operazioni di campagna.,

I prezzi di vendita, è vero, sono aumentati, soltanto però per compensare l’aumento dei costi, fatto che però comporta il rischio di minori vendite al dettaglio di un litro d’olio extravergine ad oltre 12 euro. Va comunque osservato che nella vicina Toscana ed Umbria i prezzi sono maggiori, per non parlare degli oli liguri e veronesi (Lago di Garda), ormai a 20 euro

Ma non è finita. I responsabili di Confagricoltura Viterbo-Rieti e di Coldiretti hanno fatto sapere che nel mese di Novembre si da il via alle semine dei cereali, in particolare del pregiato grano duro specialità della maremma laziale, semine. però, stante la persistente siccità che non sono è stato eseguire. Una semina senza pioggia che bagna il terreno, comporta la perdita del seme per mancata germinazione. Un ritardo nel mese di novembre per le semine potrebbe comportare difficoltà successive per la impraticabilità dei campi in ipotesi di piogge abbondanti e gelo, che, prima o poi dovranno esserci.

Il clima impazzito sta probabilmente arrecando danno anche alle colture arboree che si è osservano stanno gemmando fuori stagione, altrettanto, alcune piante floreali che fioriscono. Il danno sarà totale in ipotesi di basse temperatura che, in questa stagione di ormai avanzato autunno, diventano normali.

Quest’anno gli agricoltori viterbesi non lo dimenticheranno perchè i loro redditi sono stati falcidiati non solo per causa della natura, ma per causa di vivine guerre guerreggiate, di speculazioni varie sui prezzi ed i costi imprevisti.

Duole esserci accorti della completa disattenzione delle forze politiche alle esigenze della agricoltura ed allevamento di casa nostra. I governi di Francia e Germania da anni fanno molto, anche troppo a scapito della nostra industria primaria. Da noi, i nostri amministratori non sono stati capaci nemmeno di evitare l’invasione dei cinghiali.

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