Gli amputano una gamba per un’infezione probabilmente non curata in maniera opportuna, alla sbarra un medico di Belcolle.
Il dottore, oggi non più in servizio, deve rispondere di lesioni colpose a carico di un 65enne che nell’aprile del 2012 si presentò al pronto soccorso dell’ospedale viterbese preda di forti dolori alla gamba a causa di una frattura.
Non sarebbero trascorsi che una manciata di giorni e per il paziente fu necessario un trasferimento d’urgenza a Roma: dalla frattura si sarebbe sviluppata un’infezione talmente grave da costringere l’equipe medica del nosocomio capitolino all’amputazione dell’arto.
Da qui la denuncia e il processo penale a carico del dottore: parti civili nel procedimento la moglie e la figlia del 65enne, che nel frattempo è deceduto.
Si è trattato di un caso di malasanità? L’uomo avrebbe potuto evitare l’amputazione della gamba? Il medico agì con imprudenza, negligenza e imperizia? Spetterà a due periti – un medico legale e un infettivologo – stabilire se la condotta del professionista possa aver portato al tragico epilogo e se non sia in alcun modo responsabile.
Avranno tempo fino al prossimo 18 settembre, poi la relazione sarà depositata sulla scrivania del giudice Silvia Mattei.