La grande crisi del lavoro che stiamo attraversando, sta creando enormi preoccupazioni, soprattutto tra i giovani. Molto spesso si orientano verso l’apertura di una attività, in questo caso un pubblico esercizio, che sia bar, ristorante o pizzeria. Sicuramente in questo momento sono molto agevolati. Essendo liberalizzato il settore, si ottiene più facilmente la licenza pur sempre in presenza di determinati requisiti. I primi problemi arrivano quando si ha bisogno di un finanziamento, gli istituti bancari chiedono enormi garanzie ai giovani che non sono in grado di dare e molte volte non basta neppure la firma dei genitori. Quindi difficilissimo l’accesso al credito. Scegliere di aprire questo tipo di attività per un giovane è molto attraente, se pensiamo che il bar è stato sempre considerato luogo d’incontro per socializzare, parlare di politica, sport, corteggiare una ragazza offrendogli un caffè o ancora per discutere di affari. Sappiamo benissimo che a volte si concludono ottime trattative di lavoro molto meglio davanti ad un buon piatto di tagliatelle piuttosto che dietro ad una scrivania. Quindi è un’attività tutt’altro che noiosa.
Ma attenzione. Mi capita spesso d’incontrare aspiranti gestori che mi chiedono consigli sull’apertura di un pubblico esercizio. La prima cosa che chiedo è questa: hai fatto formazione in questo settore? Risposta negativa. Hai fatto lo studio del quartiere dove intendi aprire l’attività e quindi conosci il target delle persone a cui ti rivolgi, il tipo ed il numero dei locali già esistenti? Risposta negativa.
Cari ragazzi, questi non sono i presupposti per iniziare questo tipo di lavoro, senza prima aver fatto un business plan e seguito corsi di formazione. Non sarete mai dei buoni comandanti in grado di guidare il vostro team, la vostra brigata se prima non siete voi stessi formati. Nel mio prossimo articolo continueremo ad analizzare i problemi dei pubblici esercizi, dove la parola d’ordine è: vietato bere! Vietato fare rumore! Facendoci entrare a pieno titolo nell’era del divieto e della tolleranza zero. Ma vedremo anche le carenze dei nostri amministratori nei confronti di una categoria dove è sempre più difficile uscire dalle secche di una grave crisi economica generale.
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