“Blocco, per almeno tre anni, dei centri commerciali, trovando soluzioni alternative per le strutture autorizzate ma non realizzate, e misure di sostegno alle botteghe artigiane e al commercio di vicinato nei centri storici”. Gli artigiani dei settori artistici vogliono subito un segnale concreto da chi andrà a governare la Regione. E a coloro che si preparano a sfidarsi per amministrare Viterbo hanno diverse cose da dire. La prima è questa: “Si apra un ‘tavolo di crisi’ che riunisca tutte le istituzioni e le istanze di rappresentanza dell’artigianato artistico e tradizionale e delle altre realtà economiche. Se la situazione è di reale emergenza e la crisi si presenta con aspetti così dirompenti e scenari del tutto inediti, è necessario compiere un salto di qualità nella definizione di linee di intervento, ad iniziare da quello che si può fare subito per dare una boccata di ossigeno alle imprese”.
In un incontro convocato da Luigia Melaragni, segretaria Cna di Viterbo e Civitavecchia, per fare il punto sullo stato del comparto e sulle iniziative in cantiere, presenti numerosi imprenditori, sono state messe sul tavolo le difficoltà, nella Tuscia forse più pesanti che altrove, perché alla profondità della crisi attuale e al crollo dei consumi si sommano problemi strutturali che, nel corso degli anni, non hanno trovato risposta e le imprese pagano pesantemente scelte politiche che hanno condotto al progressivo svuotamento e all’abbandono della maggioranza dei centri storici. E’ sotto gli occhi il caso del capoluogo.
“Le imprese, però, non si arrendono. Sanno che il lavoro dei futuri amministratori, sia della Regione che dei Comuni, non sarà semplice, ma che si potrà ripartire se si realizzerà un’aperta e sana concertazione con il mondo dell’artigianato e della micro e piccola impresa. La Cna ha presentato, a livello regionale, un documento con dieci idee per il Lazio. Gli artigiani dei settori artistici con i quali ci siamo riuniti- afferma Melaragni – lo hanno condiviso, ma hanno voluto arricchirlo con proposte specifiche”.
Formazione, rilancio delle botteghe scuola come luoghi privilegiati per la trasmissione dei saperi e l’avvio al lavoro dei giovani, internazionalizzazione, creazione di reti d’impresa, valorizzazione delle ricchezze del territorio e della sua vocazione turistica e culturale, attraverso investimenti e interventi di regolamentazione che incoraggino l’imprenditoria in questi comparti, sono condizioni irrinunciabili per rimettere in moto il sistema produttivo nella provincia di Viterbo. Dalla nuova Regione ci si aspettano politiche efficaci orientate verso questi obiettivi.
“Il destino dell’artigianato artistico e tradizionale è fortemente legato a quello delle città. Su questo punto, la Cna è chiara: si deve puntare sul recupero dei centri storici, sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente ovvero sulla riqualificazione urbana intesa come rigenerazione dello spazio costruito per un migliore qualità della vita. Si tratta di interventi- prosegue la segretaria della Cna – che si coniugano con un piano per il rilancio del turismo, che per la Tuscia è un settore chiave su cui investire, ma che soffre la carenza di infrastrutture, compresi i punti informativi e di accoglienza, il mancato coordinamento dell’offerta e l’inadeguatezza della promozione. La Regione avrà un ruolo fondamentale nel determinare un cambio di rotta”.
“C’è però la necessità di coerenza tra le scelte della Regione e quelle degli altri Enti. Pensiamo, in particolare, a Viterbo, dove è forte il grido di dolore degli artigiani per l’emorragia, che sembra inarrestabile, delle attività economiche insediate nei quartieri antichi. Sono state quindi elaborate proposte che metteremo all’attenzione della prossima amministrazione comunale -spiega Melaragni-. Ne segnalo alcune: istituzione di un fondo per incentivare l’apertura di attività nel centro storico e l’ammodernamento/promozione di quelle esistenti, come hanno già fatto alcuni Comuni; aliquota ridotta dell’Imu per immobili ubicati nel centro storico e adibiti ad attività artigianali e commerciali; sostegno all’allestimento di una vetrina/punto vendita permanente dei prodotti dell’artigianato d’arte, per favorire la conoscenza, la promozione e la commercializzazione dei prodotti del settore. Perché non puntare anche su un modello di turismo specializzato nell’artigianato artistico e tradizionale?”.
“Gli artigiani chiedono risposte concrete. E’ dovere delle istituzioni darle, per salvare un patrimonio culturale e produttivo unico”, conclude la segretaria della Cna, annunciando, su questi temi, un’iniziativa pubblica dell’associazione subito dopo il voto di febbraio.