A proposito di amministratori della cosa pubblica all’altezza del loro compito, palazzo dei Priori fornisce un altro caso di mala-amministrazione che rischia di incidere negativamente sulle famiglie e sui loro bambini all’inizio del prossimo anno scolastico. Il servizio mensa a settembre 2013 potrebbe non essere garantito o se va bene verrà assicurato con forte ritardo. Infatti mancherebbe quasi 1 milione di euro per arrivare alla copertura finanziaria necessaria all’espletamanto della gara. Il Comune di Viterbo doveva provvedere alla copertura entro e non oltre il 30 novembre scorso, in fase di assestamento di bilancio, ma il responsabile del dicastero scolastico si è distratto. Non ci è dato sapere come, ma il superassessore in questione non ha chiesto la variazione di bilancio necessaria alla copertura del servizio di refezione scolastica da sottoporre a gara d’appalto. Una gara d’appalto che per l’entità economica dovra’ essere europea con tempi di aggiudicazione che vanno tra gli otto e i dieci mesi.
Il gruppo del Pd in commissione aveva proposto, nel tentativo di mettere una pezza alla grave leggerezza e per recuperare risorse, di rimodulare il servizio mensa alleggerendo il peso economico del buono pasto per i meno abbienti e rendendolo un pochino più oneroso per chi ha maggiori possibilità economiche. Inserendo quindi un meccanismo che favorisca l’equità sociale. Ad oggi il prezzo del buono pasto che le famiglie acquistano non viene stabilito in base al reddito, è uguale per tutti e ammonta a circa 5 euro. L’unica attenzione che si presta è al numero di figli che la stessa famiglia ha.
In un momento storico come questo dove le famiglie trovano difficoltà a mettere al mondo anche un solo figlio mi sembra indispensabile studiare e proporre meccanismi di contribuzione più adatti. Il fatto di stabilire una contribuzione in base al reddito rappresenta un grande passo in avanti verso la equità sociale. Don Milani insegna: “non c’è nulla di più ingiusto che fare parti uguali tra diseguali”. Vorremmo che questo trovasse concretezza nella realtà delle famiglie Viterbesi anche se, pur essendoci un consenso unanime sulla questione in cooùmmissione, non ci appaiono chiari i presupposti per rendere la proposta operativa sin da settembre prossimo.
Siamo pessimisti perché nonostante i solleciti fatti all’amministrazione comunale, non ultimo quello del collega Alvaro Ricci durante l’ultimo consiglio comunale, né il sindaco né l’assessore competente hanno voluto fornire spiegazioni e lumi su come intendano uscire da questo empasse. Aspettiamo risposte….più o meno fiduciosi.